Le meduse hanno invaso il golfo

Ultimi bagni difficili. Gli esperti: «Sono le “Botte marine” poco urticanti, ma è meglio fare attenzione»
Di Silvio Maranzana
sterle trieste l'inasione di meduse nel golfo di trieste
sterle trieste l'inasione di meduse nel golfo di trieste

Meduse all’attacco. Una vera invasione anche nel golfo di Trieste che renderà difficili gli ultimi bagni di mare della stagione. «Segnalazioni ripetute e avvistamenti generalizzati e in crescita», confermano i ricercatori Paola Del Negro dell’Ogs e Massimo Celio dell’Arpa. Per fortuna nella stragrande maggioranza dei casi si tratta della Rhizostoma Pulmo, la famosa “Botta marina”: grande, la più grande del Mediterraneo, per certi versi impressionante, con un cappello che può raggiungere i 60 centimetri di diametro, ma fortunatamente poco urticante e tale da causare un piccolo bruciore che si esaurisce nel giro di qualche ora anche se, mettono in guardia gli esperti, le conseguenze dipendono dalla risposta individuale che può variare e comunque non va sottovalutata.

«In qualche caso sono però state anche rilevate ustioni sulle persone provocate dalla carybea marsupialis - specifica Del Negro - pur non essendo stati fatti avvistamenti specifici». È una specie molto più piccola, ma ben più pericolosa che provoca ustioni serie che possono perdurare per settimane. E Celio rivela di aver avvistato già nel giugno scorso nei pressi di Punta Sottile alcuni esemplari di Chrysaorsa hysoscella, detta anche medusa bruna per la sua colorazione giallastro-marrone e cugina della ben più tossica Pelagia noctiluca. Per quel che riguarda le “Botte marine” che in queste settimane stanno riempiendo non solo l’Adriatico, ma anche il Tirreno, si può parlare di vera invasione come ha denunciato uno dei principali eperti mondiali, Ferdinando Boero. Non c’entra molto la temperatura del mare anche se ben dieci soccorsi per punture ai bagnanti erano stati registrati a Trieste domenica 4 agosto, giornata torrida con l’acqua che stava raggiungendo i 30 gradi. Le meduse hanno tappezzato il mare anche nella seconda parte della settimana appena conclusa con temperature più basse. «Negli ultimi quattro, cinque anni sono in aumento - specifica Del Negro - probabilmente perché si stanno riducendo i pesci che le predavano come i pesci palla, i pesci luna, oltre alle tartarughe». «Anche rispetto all’anno scorso trovano più facilmente cibo - aggiunge Celio - anche perché vi sono stati in mare maggiori apporti fluviali, conseguenza delle intense piogge della primavera scorsa». «Le meduse mangiano uova e larve dei pesci nutrendosene fino allo stadio giovanile - ha spiegato Boero - e creando una rivalità all'inizio del ciclo biologico. Poi c’è il problema della sovra-pesca: con lo sfruttamento degli stock ittici c'è sempre meno competizione, meno pesci e meno competizione per le meduse che così aumentano». Anche nel golfo di Trieste in questi ultimi giorni sono state notate meduse di tutte le dimensioni, significa che vi sono molti esemplari nei più diversi stadi di età. In base a una credenza popolare la presenza di meduse era ben vista perché significava che l’acqua era pulita, secondo gli scienziati invece il loro moltiplicarsi è una spia pericolosa: vuol dire che il pesce si sta drasticamente riducendo.

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