L’ex Park Hotel Obelisco finisce all’asta

Entro fine mese la vendita del complesso di Opicina abbandonato da anni
L'ingresso principale dell'ex Park Hotel Obelisco
L'ingresso principale dell'ex Park Hotel Obelisco

Il Park Hotel Obelisco potrebbe finalmente uscire dal suo oblio. Dallo studio milanese dell'avvocato Patrizia De Cesari, che assieme a Giorgio Canova e Andrea Zonca ha in mano il fallimento dell'ultimo proprietario Gladstone Spa, arriva la conferma che l'asta della struttura è «imminente». I particolari non sono ancora stati fissati, anche se all'inizio dell'anno si era parlato di aprile come mese possibile per l'asta. L'assessore al Turismo Edi Kraus ritiene che l'hotel potrebbe coprire uno spazio di espansione del tessuto turistico cittadino: «Ormai da cinque anni i visitatori di Trieste crescono in modo costante - dice -, ma la durata della permanenza è ancora breve. L'Obelisco potrebbe offrire un modo di godere il territorio, la città e il Carso, su tempi più lenti».

Il Piano regolatore
Il Piano regolatore adottato dal Comune e destinato ad essere approvato entro agosto conferma la finalità dell'area e la possibilità di espandere la struttura: «Resta ferma la destinazione d'uso con gli stessi strumenti e le stesse cubature di costruzione degli anni scorsi - dice l'assessore -: una zona turistica con la possibilità di ampliamento dell'area residenziale e di un centro benessere».

L’Hotel Obelisco rudere tra le erbacce che aspetta il tram
Silvano Trieste 06/01/2014 L'Obelisco e il Park Hotel Obelisco

L’anello mancante
Kraus sottolinea come l'edificio sia «lì ormai da due secoli, restando sempre una struttura di ricezione in tutte le sue diverse incarnazioni». Locanda, punto di scambio commerciale, punto di ristoro e di albergo fino alla mesta chiusura del 1985. L'Obelisco ha sempre seguito le sorti della città, facendo da biglietto da visita per chi arrivava a Trieste dall'altopiano: «Oggi secondo me potrebbe tornare a svolgere quel compito - afferma l'assessore -. Nel tempo ho provato a fare pubblicità all'acquisto con diversi imprenditori». I punti di forza della struttura sono il collegamento con il centro attraverso i bus e il tram di Opicina, che vedrebbe accresciuta la sua valenza turistica: «A questa funzione primaria vanno aggiunte altre due potenzialità - dice Kraus -: la prima come residenza per gli ospiti dei centri scientifici della Sissa e di Padriciano; la seconda come punto d'appoggio per un turismo di lunga permanenza, magari improntato al cicloturismo e alle rotte transfontaliere». Molto, conclude l'assessore, dipenderà dal prezzo d'asta che verrà fissato dal giudice fallimentare.

Il degrado in cui versano gli ambienti dell'ex albergo a Opicina
Il degrado in cui versano gli ambienti dell'ex albergo a Opicina

I disegni inediti
Che si tratti di una struttura dal potenziale notevole è provato dalla scoperta di due neolaureati della facoltà di Architettura di Trieste che, durante il lavoro per la loro tesi di laurea dedicata all'Obelisco, hanno trovato nelle carte dell'archivio Gae Aulenti di Milano un progetto inedito per l'estensione dell'hotel. Giulio Dagostini e Matteo Parenzan, autori della tesi, sono stati i secondi in assoluto ad avere accesso all'archivio dei lavori della grande architetto di origine friulana, morta nel 2012.

L’ampliamento
Aulenti fu incaricata della ristrutturazione dell'albergo nel 1970 dal Gruppo Ras che aveva acquisito l'area con l'intento di farne un hotel di primo piano. Allora era una giovane promessa dell'architettura, e nel giro di tre mesi presentò tre progetti che prevedevano, oltre a interventi sul palazzo storico, l'ampliamento della struttura a tutta la zona della dolina retrostante al palazzo. Nacque così l'area sportiva, caratterizzata da edifici in cemento a tronco di cono che oggi giacciono in stato di abbandono.

Trieste, all’Obelisco una “stazione” per turisti e scienziati Sissa
Foto Bruni 25.01.14 Opicina:parcheggio dell'Obelisco

Gli interni
Ai tempi, però, Aulenti produsse un'immensa mole di materiali che non vennero poi tradotti in pratica. L'architetto ha curato anche tutti i dettagli dell'arredamento in scala uno a uno: «Negli elenchi stilati figurano lampade di produzione Artemide da lei disegnate assieme a Castiglioni - spiegano Parenzan e Dagostini -, sedie e tavoli acciaio inox ed opere d'arte di un allora poco conosciuto Michelangelo Pistoletto. Queste scelte però riscontreranno poco successo all'epoca in quanto considerate esteticamente troppo fredde, forse più adatte, a detta di alcuni, al mobilio di una "sala operatoria"».

Il progetto mai realizzato
L'albergo ristrutturato fu inaugurato nel 1974, ma la Ras dovette da subito prendere atto della capacità ricettiva troppo limitata della struttura. Forse per questo motivo Aulenti realizzò nel 1975 un ulteriore progetto di ampliamento, dimenticato fino a oggi: «Si pensava a un'estensione dell'albergo verso l'area sportiva, riprendendo alcune idee presenti già nel progetto preliminare del 1979 - spiegano gli autori -. La struttura prevista si attacca al sistema di pastini, articolandosi su varie terrazza conesse da una scala che segue la pendenza della dolina. Alla base vengono previste una nuova palestra, una piscina coperta ed un ristorante dietetico». Per un motivo o per l'altro, però, la Ras decise di non realizzarlo.
 

Riproduzione riservata © Il Piccolo