Mercoledì a Trieste i funerali degli agenti uccisi: cerimonia alle 11.30 nella chiesa di Sant’Antonio

TRISTE. Martedì 15 ottobre dalle 17 nel famedio della Questura di Trieste sarà allestita la camera ardente per l’ultimo saluto all’agente scelto Matteo Demenego e all’agente Pierluigi Rotta, uccisi nella sparatoria del 4 ottobre. Il giorno dopo, mercoledì 16 ottobre alle 11.30, il vescovo di Trieste Monsignor Giampaolo Crepaldi celebrerà i funerali dei due poliziotti nella Chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo, in piazza Sant’Antonio Nuovo.
Continua il saluto commosso dei triestini agli agenti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta. A distanza di quasi una settimana dalla sparatoria avvenuta in Questura, ancora diversi cittadini entrano in silenzio nell'edificio e si avvicinano al famedio per rivolgere una preghiera o un pensiero a memoria dei due poliziotti. In un quaderno delle dediche, anche i pensieri lasciati da ex colleghi e genitori: «Sono il papà di un poliziotto - scrive un cittadino - piango per loro e prego per il vostro servizio».
Sulle pareti dell'atrio aumentano giorno dopo giorno i disegni dei bambini. «Siete i nostri eroi» si legge su un cartellone della scuola Sacro Cuore di Barcola. In alcune immagini Pierluigi e Matteo sono rappresentati come angeli in paradiso: «Mi dispiace ma almeno siete in un posto migliore», scrive un bambino. «Vi vogliamo un mondo di bene», aggiunge un altro.
È arrivato oggi in Questura a Trieste l'omaggio floreale di Alan Sorrenti per i «due figli delle stelle», gli agenti uccisi nella sparatoria di venerdì. Un nastro verde con la scritta «Sarete sempre figli delle stelle» decora il mazzo di fiori bianchi, gialli e viola, deposto davanti al famedio della Polizia, vicino alle altre piante che i cittadini stanno portando ininterrottamente da sabato.
In un video diffuso domenica dalla Polizia i due agenti si riprendono a bordo della Volante 2 e invitano tutti a «dormire sonni tranquilli» perché - spiegano - a vegliare ci sono «i figli delle stelle». In sottofondo si sente l'intro dell'omonima canzone di Sorrenti.
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