Monfalcone, le rotaie per il Porto a rischio come Adriastrade e SmartGas

La “diffida” arriva al Consorzio per lo sviluppo industriale sui lavori della traversine. Gli ecologisti della Rosmann: «Troppo rumore, disturba e compromette l’avifauna»

MONFALCONE Al Lisert, dopo le difficoltà di espansione per il sito di Adriastrade e la bocciatura del rigassificatore proposto da SmartGas, la convivenza tra attività industriali e portuali e natura sembra farsi sempre più difficile.

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Per la seconda, sacrificata a partire da inizio Novecento e, poi, in modo più massiccio dagli anni Sessanta all’industrializzazione del Paese, sembra quasi una sorta di rivincita.

Quanto meno la dimostrazione della capacità estrema di adattarsi, sfruttando le opportunità, come quella offerta dall’allagamento di una porzione della cassa di colmata, dove sono approdati pure i fenicotteri in questi mesi, oppure adattandosi in habitat sempre più ridotti, come il grillo Zeuneriana marmorata. Non a caso, comunque, a rischio di estinzione.

Da alcuni decenni la crescita delle attività industriali e portuali deve fare i conti con il caparbio impegno di ricercatori universitari e volontari e delle associazioni ambientaliste che rimangono convinte dell’importanza di salvaguardare flora e fauna, agendo di conseguenza.

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Le ultime azioni le hanno messe in campo, in modo del tutto distinto, i ricercatori che si occupano, dalla scorsa estate, del monitoraggio del grillastro marmorato dell’Adriatico e l’Associazione ambientalista Eugenio Rosmann, che in questi giorni ha chiesto al Consorzio per lo sviluppo industriale di usare cautela dello svolgere i lavori di sostituzione delle traversine nel tratto di ferrovia che attraversa il canneto del Lisert e corre accanto allo stagno.

I lavori, secondo l’associazione, potrebbero del resto arrecare «disturbo all’avifauna» presente nel sito, dove sono presenti specie come la Moretta tabaccaia e il Falco di palude inserite nell'Allegato I della Direttiva 2009/147/CE, per le quali sono “previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l’habitat, per garantire la sopravvivenza e la riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzione”.

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Gli interventi, secondo l’associazione, andrebbero concentrati nei mesi tra agosto e gennaio, in modo da evitare di arrecare disturbo all’avifauna proprio nel periodo riproduttivo.

«In questi giorni, infatti, i nidificanti si insediano nel canneto e nello stagno - spiega il presidente dell’associazione, Claudio Siniscalchi - e la presenza di lavori rumorosi potrebbe compremetterne le presenze».

L'associazione confida, quindi, «in una rapida conclusione dei lavori in corso, senza eccessivo impatto anche in termini di rumore». E si dice disponibile a offrire collaborazione per «ridurre gli impatti dei futuri interventi».

Una spada di Damocle su tutto il Lisert

La Zeuneriana marmorata, la cui presenza è stata quantificata in un centinaio di maschi la scorsa estate, andrebbe invece protetta evitando ulteriori interventi sul ridotto habitat ancora a sua disposizione al Lisert.

Si tratta delle aree comprese tra il canale Tavoloni e la Strada regionale 14 e dei pratici umidi tra il raccordo ferroviario, la Sr 14 e il Locovaz, come hanno spiegato nell’incontro informativo di venerdì sera al Centro visite di Pietrarossa i ricercatori volontari che si sono occupati del monitoraggio, Yannick Fanin e Francesca Tami.

«Fino a qualche anno fa c’erano altri prati simili, ma poi sono spariti per lasciare posto a nuovi insediamenti legati alla nautica da diporto», hanno aggiunto, invocando come misura di protezione dell’habitat della Zeuneriana al Lisert la creazione di un biotopo da parte della Regione.

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