Monticco: «Troppe crisi ancora aperte»
Il segretario generale della Cisl Fvg: «L’occupazione deve essere agganciata all’industria»

«L’occupazione va agganciata alla ripresa dell’industria, altrimenti da sola non basta». Il segretario generale della Cisl Fvg, Alberto Monticco, va dritto al punto. E rammenta che, a livello regionale, i fronti di crisi sono, di fatto, ancora troppo estesi: basti pensare che sui tavoli regionali e del Mise, ad oggi, si è chiuso solo il nodo Wartsila. «Restano, invece, aperte, per il Friuli Venezia Giulia, le vertenze Burgo, Ferriera, Mangiarotti, Idealstandard e, per quanto riguarda il settore del legno e dell’edilizia, Colombini di Trieste, Legnotecnica e Salp di Udine, oltre alle negatività consolidate nel comporto edile pordenonese. E questo solo per citare le crisi più note e che riguardano direttamente quasi un migliaio di lavoratori. L’auspicio – incalza Monticco - è che la Regione tenga conto nella Manovra di quelle che sono le reali priorità del territorio, investendo risorse, a partire dalle infrastrutture».
La fotografia del Friuli Venezia Giulia lascia pochi spiragli: l’industria non avanza tanto da recuperare i livelli occupazionali pre-crisi; troppe sono le crisi ancora aperte e il dato dell’occupazione, seppure positivo, riguarda prevalentemente le stabilizzazioni, ma non nuovi posti di lavoro. «Di fronte a questo scenario ci attendiamo la conferma di alcune importanti impostazioni: il consolidamento del principio di crescita e misure per il sostegno al reddito, oltre a risorse per il mondo del lavoro; ma anche nuove politiche attive (importante in tal senso il protocollo per l’apertura di un ufficio dell’Agenzia Regionale su Fincantieri a Monfalcone) abbinate ad eventuali strumenti alternativi agli ammortizzatori in deroga, ormai in scadenza (o spariti, come la cassa in deroga) e ad un maggiore ruolo alla concertazione, che già in un passato recente ha saputo trovare soluzioni funzionali».
Resta poi, per la Cisl Fvg, l’urgenza di essere conseguenti a Rilancimpresa, a partire dalla costruzione sistemica e strutturata di filiere innovative, capaci, con le proprie lavorazioni e prodotti, di supportare le grandi aziende della regione, ma soprattutto prendere in mano con maggiore determinazione le crisi in atto. «Se oggi – conclude Monticco – ci troviamo ancora con tanti fronti caldi, forse andrebbe aperta una riflessione sulle modalità di gestione degli stessi, in modo da assicurare interventi più decisivi e tempestivi».
(fra.fa.)
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video