Iulia Felix, Dea Minerva e i tesori tra i fondali: a Grado apre il Museo di Archeologia Subacquea
Si realizza un sogno cullato quasi 40 anni: l’attesa dal 1986, anno dei primi ritrovamenti

Siamo nel 1986 quando un pescatore di Marano Lagunare, Agostino Formentin, scopre il relitto di un’antica nave che, dall’anno dopo, si saprà ufficialmente essere una nave oneraria romana risalente al II secolo. Da subito iniziano due progetti paralleli: il recupero del carico e della nave e l’istituzione di un museo.
Domani, 18 dicembre 2026, a distanza, dunque, di ben 39 anni, si scopriranno ufficialmente le due realtà. Proprio per mezzogiorno di domani è, infatti, prevista l’inaugurazione del Museo nazionale di Archeologia subacquea, che vede come “star” fra le testimonianze d’epoca esposte lo stesso scafo della Iulia Felix (così era stata battezzata dall’allora direttrice del Museo di Aquileia Paola Lopreato) e i suoi reperti. Da quanto pare di capire, stando alle indiscrezioni della vigilia, ma lo si vedrà ufficialmente domani, non tutta la struttura museale è ancora completata. Ma finalmente si apre.
Ripercorriamo dunque la vicenda. Nel 1987 si inizia a operare sul relitto della nave oneraria romana sotto il coordinamento di Paola Lopreato, responsabile per l’archeologia subacquea della Soprintendenza, inizialmente con i tecnici del Museo di Aquileia Flavio Cossar ed Errico Liberto. E
d è proprio quest’ultimo a ritrovare e portare in superficie il contrappeso di una stadera raffigurante la Dea Minerva, che diventa il simbolo dell’intera operazione. L’anno dopo, nel 1988, il primo annuncio della possibilità di creare il Museo nazionale di Archeologia marina a Grado da parte del soprintendente Domenico Valentino.
Intanto si susseguono le campagne di studio e di recupero dei reperti (le prime cinque effettuate sempre con in testa Paola Lopreato) e si lavora per arrivare al museo. Il passaggio in comodato gratuito al Ministero dell’ex scuola “Scaramuzza”, per essere trasformata in museo, avviene nel 1992 con il sindaco Mario Corbatto. Da allora, lavori, progetti che ogni nuovo soprintendente rivoluziona, e conferenze stampa, anche promosse direttamente dal Ministero.
Addirittura una pseudo-apertura. Viene anche allestita una piccola esposizione di alcuni reperti nel 1996 nella Sala Mostre dell’Azienda di promozione turistica. Altra data rilevante è quella del 1999, quando risultano recuperati tutti i reperti e viene portato a terra il relitto della Iulia Felix. L’auspicio era di portarlo a terra integro. Invece finiscono a terra centina di pezzi, ovviamente numerati e ora riassemblati all’interno di una speciale struttura metallica. Contestualmente viene annunciata per il mese di maggio del 2000 l’apertura del museo.
Ma, come abbiamo visto, è dovuto passare un altro quarto di secolo prima di poter celebrare l’apertura effettiva, tanto che negli anni precedenti le proteste da parte degli amministratori locali non sono mai mancate. Ricordiamo per esempio quelle da parte dell’ex sindaco Roberto Marin, che fece intervenire anche l’inviato di “Striscia la Notizia”. Per arrivare al dunque si è dovuti infine adire alle vie legali, con una transazione fra Comune e Ministero che ha portato finalmente all’inaugurazione prevista appunto per domani, quando finalmente il piccolo e prezioso busto della Dea Minerva, che chi scrive 38 anni fa ha avuto la fortuna di tenere in mano appena portato in superficie, potrà essere ammirato da tutti.—
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