Museo dell’Isonzo nel castello Alimonda

Il sindacodi Sagrado Pian punta a un finanziamento europeo e a inserire il sito nel circuito delle piste ciclabili

SAGRADO. Un museo multimediale sull'Isonzo proprio alla confluenza di una doppia pista ciclabile transfrontaliera. Si aprono spiragli inattesi per proseguire il recupero della "Miramare del Carso". Proprio in dirittura d'arrivo del suo ultimo mandato amministrativo, il sindaco Elisabetta Pian si dice certa di poter calare due assi in grado di restituire interesse (e insperate risorse fresche) per completare il reinserimento del Castello Alimonda del tessuto urbano. Il restauro del palazzo Alimonda ha vissuto lungo stop nei lavori di restauro, che pure in questi anni avevano riguardato ben cinque lotti. Gli ultimi interventi avevano riguardato il rifacimento delle facciate, la messa in sicurezza antisismica e tutte le coperture. Ma la strada per il completamento è ancora molto lunga: metà degli esterni e tutti gli interni sono ancora da completare e all'orizzonte non si profilavano, almeno per ora, nuovi finanziamenti regionali.

«La porta di un contributo della Regione rimane aperta, dal momento che l'amministrazione ci prova ogni anno - precisa Elisabetta Pian - ma ci siamo guardati intorno anche per soluzioni alternative». Quali? Presto detto. La prima carta sarà quella di accedere a finanziamenti europei, con la preziosa mediazione della neonata Camera di commercio triestino-goriziana. Il progetto prevede l'inserimento dell'Alimonda in un circuito internazionale di piste ciclabili, la prima su una direttrice proveniente dall'Austria e la seconda, dalla Slovenia, che seguirà il tracciato del "maxi-tubone" Gorizia-Staranzano di IrisAcqua. «Vogliamo partecipare a questo bando europeo - fa sapere la sindaco -che prevede finanziamenti a latere per il recupero di edifici da adibire a strutture ricettive, vendita di prodotti tipici, e la realizzazione di un museo interattivo e multimediale sull'Isonzo. Tutte finalità che combaciano perfettamente con i nostri progetti storici sul Castello Alimonda, redatti dall'architetto Daris». L'elaborato prevede il recupero della struttura su quattro piani con scopo culturale e turistico, collegata al Carso, e ai siti monumentali della Grande guerra, e all'Isonzo con la realizzazione di un'esposizione ambientale sul fiume e la sua storia. Ma è delle ultime ore anche la notizia dell'interessamento dell'Agenzia del Demanio civile alle sorti dell'edificio. «Abbiamo ricevuto la visita di funzionari e tecnici del Demanio e ci hanno prospettato l'inserimento del progetto in un bando che lo Stato riserva ai beni di proprietà degli enti locali, com'è il nostro caso - rivela Pian -. La formula è quella della cogestione fra pubblico e privato ed è dunque perfettamente complementare al progetto europeo che stiamo seguendo. Senza contare che l'Alimonda rientra anche in una graduatoria nazionale per il recupero dei beni di proprietà pubblica oggi dismessi. Una terza porticina che rimane aperta».

Luigi Murciano

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