Nasce il “condominio solidale”

Esperimento-pilota in via dell’Istria e Soncini: la convivenza tra coppie giovani e over 65
Lasorte Trieste 04 09 05 - Via dell'Istria - ATER - Vaticano
Lasorte Trieste 04 09 05 - Via dell'Istria - ATER - Vaticano

Nasce a Trieste il progetto denominato “Condominio solidale”. Una struttura che, pur garantendo a ogni singolo nucleo familiare l’indispensabile autonomia, favorisce la socializzazione, la reciproca mutualità, l’aiuto nel quotidiano, attraverso una serie di azioni finalizzate a migliorare la qualità della vita dei residenti. A promuovere questa novità, frutto della crisi dei tempi, perché l’emergenza abitativa è sempre più forte e sentita, anche in una città come Trieste, e si riflette sulle modalità di vita delle classi più deboli, è il Comune.

«Per la prima volta – hanno spiegato ieri Laura Famulari ed Elena Marchigiani, assessori rispettivamente per le Politiche sociali e per le Politiche della casa, che hanno firmato questo progetto – l’amministrazione si fa capo di un’iniziativa indirizzata a delineare nuove strategie abitative per fronteggiare il problema casa».

E il progetto troverà presto espressione concreta: «Stiamo già lavorando – hanno precisato la Famulari e la Marchigiani – per la riqualificazione di edifici di proprietà comunale destinati a diventare il primo esperimento di edilizia sociale». Si tratta degli edifici di via Soncini 102 e dell’Istria 109. Complessivamente vi andranno ad abitare una trentina di famiglie. Molto chiaro anche lo schema base dell’inquilinato: «La composizione ideale – hanno aggiunto i due assessori – vede un quinto dei condomini composto da giovani coppie, un quinto di over 65, poi nelle stesse percentuali nuclei mono parentali, giovani o adulti single, persone disabili anche in convivenze».

Certo non si tratta di un impianto da seguire alla lettera. «I condomini solidali emergono da esigenze che si manifestano da tempo in città – ha precisato la Famulari – prova ne sia che, stando all’ultimo censimento, il 5,76 per cento dei residenti ha dichiarato di abitare in una casa, ma senza essere proprietari o affittuari. Il che – ha proseguito l’assessore - evidenzia un disagio. Inoltre la situazione sta peggiorando. Ecco perché l’urgenza di progetti personalizzati, per aiutare chi versa in condizioni di difficoltà, è palese. Bisogna puntare a creare un mix sociale che favorisca il raggiungimento di dignitose condizioni di vita per tutti agganciato a un mix sociale – ha detto ancora l’assessore per le Politiche sociali - quindi gruppi di mutuo aiuto, biblioteche gestite da volontari, una famiglia tutor del condominio, che potrà diventare un punto di riferimento per l'intero quartiere a livello di servizi. Infine – ha concluso la Famulari - assistenza agli anziani, che devono poter restare in casa il più a lungo possibile. La Marchigiani ha sottolineato che: «Il Comune non può sostituirsi all'Ater, ma dobbiamo iniziare un'esperienza pilota, perché abbiamo la necessità di monitorare la situazione abitativa e cercare di dare soluzioni. L'edilizia sociale e' un meccanismo nuovo, che permette di instaurare percorsi di mutualità sociale – ha continuato – agevolando e favorendo formule di vicinanza, accompagnamento, socializzazione».

Ugo Salvini

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