Nasce il vino Cestai nel segno della storia con l’uva prodotta a Fogliano Redipuglia

FOGLIANO REDIPUGLIA. Un prodotto della terra che va nel solco della tradizione e di una storia antica. È stata consegnata nei giorni scorsi, dal Comune di Fogliano Redipuglia, la prima bottiglia del nuovo uvaggio prodotto dall’azienda agricola Le Giarine. Questo vino, risultato del mix di uve Chardonnay, Friulano e Malvasia, rappresenta il prodotto di punta della vasta gamma a marchio “Giarine” e si presenta con un packaging dalla grafica rinnovata, essenziale ed elegante. È denominato “Cestai” in onore della storica attività di lavorazione del vimini praticata a Fogliano sin dal 1800.
Infatti, nel 1882, fu aperta a Fogliano la scuola industriale per panierai e agli inizi del ’900 fu fondata la società cooperativa fra cestai. Successivamente, caduto l’impero austro-ungarico e con la definizione dei nuovi confini, la scuola adatta la sua produzione ad altre esigenze commerciali producendo mobili e suppellettili vari. Il nuovo uvaggio dunque vuole portare una ventata di innovazione nella produzione classica dell’azienda Le Giarine mantenendo però ben salde le radici nella tradizione storica del luogo da cui proviene e ricordando che la promozione del territorio passa anche attraverso la varietà e la qualità dei suoi prodotti.
«Un momento importante della nostra storia – dice il sindaco, Cristiana Pisano – e ringrazio l’azienda agricola per aver voluto dare nuovamente dignità a questa pagina importante della storia del nostro paese. È il risultato di un lungo ed elaborato lavoro, fatto di passione e competenza e l’amministrazione comunale non può che andarne fiera». È stata avviata ormai 9 anni fa l’avventura imprenditoriale dell’azienda agricola Le Giarine. La sede della produzione vinicola ed agricola, ma anche agriturismo e bad & breakfast, hanno trovato posto grazie alla ristrutturazione dell’ex essiccatoio tabacchi che si trova al di là del canale De Dottori e la cui estensione si sviluppa sino alle rive dell’Isonzo. La ristrutturazione dell’ex essiccatoio, costruito negli anni Venti dalla famiglia Cosolo e dismesso dopo la fine della seconda guerra mondiale, davvero colpisce l’occhio del visitatore, anche grazie al recupero di materiali e di strutture che facevano parte del patrimonio della vecchia proprietà.
Negli anni Trenta l’azienda Cosolo incrementò la produzione agricola e in particolare la produzione vitivinicola con nuovi innesti e rivoluzionando il concetto dell’irrigazione e le modalità della concimazione. Racconti dei vecchi di Fogliano fanno anche risalire la ricchezza dei Cosolo al ritrovamento nel loro terreno di un forziere di monete d’oro frutto di qualche rapina dei soldati di Napoleone.
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