Nasce la squadra anti-violenza contro stalking e abusi in famiglia

La Polizia locale inaugura il Nucleo di contrasto a violenze, stalking e abusi. Vero e proprio fiore all’occhiello del corpo, il lancio rappresenta l’atto formale di un lavoro che dura in sostanza da otto anni, lontano dai riflettori e vicino alle fasce della popolazione più esposte a rischi. La nuova unità operativa è stata presentata ieri in una conferenza stampa dal vicesindaco e assessore alla Polizia municipale Paolo Polidori, dal comandante del corpo stesso Walter Milocchi e dall’ispettore capo Federica Marassi, «psicologa con la divisa», che si trova alla guida della squadra. Squadra che risulta composta da tre persone altamente specializzate, supportate da agenti a loro volta formati sui temi della violenza di genere: la loro presenza è garantita in ogni reparto, poiché l’importanza specifica dei vigili urbani, nel contrasto del fenomeno, sta proprio nel loro ruolo di «polizia di prossimità» (si faccia riferimento all’articolo a lato, ndr).
Il team avrà soprattutto – ma non solo – funzioni investigative e di prevenzione, operando all’interno di una rete di cui fanno parte tra gli altri anche Nucleo di Polizia giudiziaria, Centro Antiviolenza Goap, Asugi, Centro di Salute mentale, Burlo e Servizi sociali. Nella Caserma San Sebastiano di via Revoltella, inoltre, a breve sarà realizzata una stanza dedicata esclusivamente all’accoglienza e all’ascolto delle vittime. Tutto ciò è il frutto di un percorso avviato appunto nel 2012, quando la Polizia locale triestina organizzò per i propri agenti un primo corso di formazione intensivo. All’epoca l’iniziativa fu premiata a livello nazionale dall’Anci, come miglior progetto per la sicurezza urbana. Vi parteciparono 115 operatori, di cui 40 furono poi selezionati per un ulteriore approfondimento.
Da allora i vigili hanno condotto più di 300 indagini, sfociate in numerosi provvedimenti fra arresti e altre misure cautelari. Negli ultimi otto anni la maggior parte degli abusi è avvenuta tra le mura di casa: sono stati perseguiti 68 casi di maltrattamento verso bambini e altri familiari, ad esempio, nonché 39 episodi di percosse e 14 di violenza privata, nonché tre violazioni di domicilio. Sono stati poi perseguiti 36 casi di violenza sessuale, di cui la maggior parte avvenuti proprio in ambito familiare, anche a danni di minori. Le minacce semplici e aggravate, registrate all’interno di coppie e famiglie, sono state 35. Sempre in contesto familiare, si legge nel report della Polizia locale, si sono verificati sei abusi di mezzi di correzione, cinque violazioni di obblighi di assistenza e quattro sequestri di persona: l’elenco, che potrebbe continuare, riguarda esclusivamente le indagini che hanno coinvolto il Nucleo di Polizia giudiziaria, in seno al quale ora è nato appunto il Nucleo di contrasto alla violenza: «Ne vado particolarmente orgoglioso», ha detto Polidori: «Il suo lavoro è importante perché si ben integra con tutte le altre attività del corpo. Avere agenti con una formazione specifica permette di individuare le situazioni critiche e di agire non solo reprimendo le esplosioni di violenza ma anche prima, con la prevenzione». Così Milocchi: «Anche se Trieste è una città tranquilla dal punto di vista dei reati, la violenza di genere resta purtroppo un fenomeno trasversale. Gran parte dei crimini avviene all’interno di famiglie e convivenze. Le segnalazioni arrivano agli operatori grazie a una serie di contatti, non solo istituzionali. Può trattarsi semplicemente di una persona che va a fare la spesa e nota qualcosa. Fondamentale è anche il sistema di videosorveglianza sul circuito del trasporto pubblico locale».—
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