In tre anni 105 assunzioni: 80 i blitz sulla sicurezza della Polizia locale a Trieste
Mancano 27 agenti, 19 posti coperti dal concorso: ammessi 72 alla prova orale. Le operazioni di alto impatto sono cresciute di 8 volte rispetto all’era pre-Covid

Alla prova scritta del concorso per assumere nuovi agenti della Polizia locale dello scorso venerdì hanno partecipato 101 dei 208 iscritti: in 72 sono stati ammessi alla prova orale; 29 invece devono, almeno per ora, rinunciare a indossare la divisa.
Gli esami orali prenderanno il via il 25 settembre, poi sarà la vota della prova pratica. I nuovi assunti andranno a inserirsi in un organico che oggi conta 281 persone: 231 sono operatori di polizia (55 donne), 50 hanno una qualifica amministrativa. L’età media è di 46 anni.
Negli ultimi tre anni il Comune ha provveduto a 105 nuove assunzioni proprio per rafforzare il personale della Polizia locale. Nello stesso periodo sono andati in pensione 6 amministrativi e 15 operatori. Altre 18 persone se ne sono andate per altri motivi: 2 chiedendo la mobilità e 16 dando le dimissioni, chi perché aveva vinto un concorso, chi perché aveva fatto una scelta personale.
Dal punto di vista teorico l’organico della Polizia locale dovrebbe contare 308 operatori. Una differenza rispetto alla dotazione attuale che il Comune negli ultimi anni sta cercando di colmare appunto con nuove assunzioni.
Tornando al nuovo concorso, quanti supereranno le tre prove, andranno a costituire una graduatoria che resterà valida per tre anni e che, visti i numeri, non sarà lunghissima. I primi 19 classificati, come dicevamo, entreranno subito nell’organico.
«I vincitori del concorso partiranno già da una base di conoscenza dell’attività – precisa il comandante della Polizia locale Walter Milocchi – visto che il Codice della Strada, le norme e i diversi regolamenti in vigore sono materia d’esame».
Una volta assunti, verranno affiancati da personale esperto per ricevere i primi insegnamenti a livello pratico. È prevista poi una formazione mirata di quattro settimane nella scuola regionale di formazione della Polizia locale a Paluzza. Finito questo percorso verranno comunque fatte nel corso dei mesi delle aggregazioni di breve periodo anche nei vari nuclei specialistici. Spiega Milocchi: «Per acquisire un’infarinatura di tutte le specifiche competenze del Corpo».
La destinazione dei nuovi assunti dipenderà molto anche dalle loro caratteristiche, da specifiche competenze e attitudini. «La Polizia locale è un fiore all’occhiello del nostro Comune e in generale del sistema della sicurezza di Trieste, affianca tutte le attività dell’amministrazione – precisa l’assessore alla Sicurezza Caterina de Gavardo – operando in maniera da andare alla stessa velocità con la quale sta cambiando la città».
Una città che, soprattutto negli ultimi anni, complice anche la spinta del turismo, registra fenomeni che in precedenza erano appena accennati; che comportano «più traffico sulle strade, più presenze, più controlli nelle strutture ricettive», fa notare Milocchi. E poi ci sono gli aspetti legati al degrado urbano che con un cambiamento del tessuto sociale, determinato anche da una presenza più importante di persone straniere, «ha visto crescere fenomeni dettati da ubriachezza, in generale legati al degrado, che comportano un maggior impegno in termini di controllo».
Risse, liti, situazioni al limite, infatti, impegnano non poco le forze dell’ordine. «Basti pensare – fa notare il comandante – che le operazioni ad alto impatto, nelle quali viene coinvolta anche la Polizia locale, sono passate da una decina all’anno nel periodo pre-Covid a 80 lo scorso anno».
Rispetto alle competenze, «non ce ne sono alcune che si sono affievolite – valuta de Gavardo – quelle tradizionali non si sono perse, mentre ci sono professionalità che ci hanno consentito di creare, ad esempio, il Nucleo di falso documentale o di effettuare i rilievi degli incidenti con una più sofisticata tecnologia».
De Gavardo, rispetto al numero dei partecipanti al concorso ammette: «Era quello che mi aspettavo, e ci tengo ad assicurare quanti poi verranno assunti, che si troveranno a lavorare in un gruppo dove le risorse umane sono tenute molto in considerazione e dove c’è una ampia disponibilità di chi ha esperienza a traferire le competenze, e ad accompagnare i nuovi nelle loro crescita».
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