L’ordigno inesploso nel porto di Trieste pesa oltre 200 chili: attesa per il bomba day

La bomba della Seconda guerra mondiale è riaffiorata giovedì accanto al Magazzino 57, davanti a Campi Elisi: fra due settimane verrà disinnescato e poi sarà fatto brillare

Maria Elena Pattaro
La bomba sganciata da un aereo alleato, riaffiorata giovedì in porto
La bomba sganciata da un aereo alleato, riaffiorata giovedì in porto

L’ordigno bellico inesploso riposerà in porto, accanto al Magazzino 57, ancora per un paio di settimane. La bomba della Seconda guerra mondiale è riaffiorata giovedì mattina durante gli scavi nell’area interessata dal cantiere ferroviario, affacciata su viale Campi Elisi. È un ordigno d’aereo statunitense e pesa 500 libbre (circa 226 chili). Non è ancora stato disinnescato, come era erroneamente trapelato quella sera stessa, ma è stato messo in sicurezza così da evitare esplosioni. Il tutto in attesa del bomba day.

Rinvenuto un ordigno bellico nel porto di Trieste
A sinistra il Magazzino 57, a destra l'ordigno bellico

Gli artificieri della Brigata “Pozzuolo del Friuli” provvederanno a disinnescare il residuato asportando le spolette d’innesco. Dopodiché la bomba verrà spostata altrove e fatta brillare in tutta sicurezza. La data non è ancora stata fissata: indicativamente le operazioni potrebbero avvenire tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Con tutta probabilità nel fine settimana, così da ridurre i disagi legati a eventuali chiusure stradali ed evacuazioni di edifici. La pianificazione delle attività di distruzione spetta alla Prefettura di Trieste, tempestivamente allertata del ritrovamento. In attesa del via libera al disinnesco, il residuato bellico resta nella disponibilità dalla Polizia di frontiera marittima.

La bomba è riemersa nell’area interessata dal cantiere per il rinnovo del parco ferroviario del Punto franco nuovo. Che ci potessero essere delle bombe inesplose era stato messo in conto. Per questo gli scavi sono preceduti da attività di bonifica bellica, volte a individuare ordigni inesplosi e neutralizzarli. L’infrastruttura portuale figurava infatti tra gli obiettivi sensibili presi di mira dall’aviazione alleata. Tra il 1944 e il 1945, gli anglo-americani bombardarono pesantemente la città (il raid più terribile il 10 giugno 1944 con centinaia di morti).

Non tutte le bombe sganciate esplosero. Come quella riemersa giovedì. Ingente la mobilitazione di uomini e mezzi dopo la segnalazione dell’Autorità Portuale. Nelle operazioni sono stati coinvolti Vigili del fuoco, Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza e Polizia del mare, oltre al Terzo Reggimento Genio Guastatori di Udine, intervenuto per identificare l’ordigno e metterlo in sicurezza. —

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