Osimo, si riaccende il dibattito dopo 50 anni

Mezzo secolo fa la firma del trattato: oggi due convegni a Trieste e a Roma. Dipiazza attacca: «Fu un fallimento totale»

Piero Tallandini
Il sindaco Roberto Dipiazza
Il sindaco Roberto Dipiazza

Un doppio evento a Trieste e a Roma, per riaccendere il dibattito tra studiosi, istituzioni e cittadini sul Trattato di Osimo nel giorno in cui ricorre il 50esimo anniversario della firma del controverso accordo.

A Trieste fari puntati, lunedì pomeriggio, sul convegno organizzato dalla Lega Nazionale nella Sala maggiore della Camera di Commercio della Venezia Giulia.

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Nella foto (scattata da Claudio Ernè) un primo piano di partecipanti a una manifestazione contro Osimo

Si comincerà alle 16 con i saluti istituzionali del sindaco Roberto Dipiazza e dell’assessore regionale Alessia Rosolen, poi parleranno don Ettore Malnati, all’epoca segretario del vescovo Antonio Santin, il presidente della Lega nazionale Paolo Sardos Albertini, il docente della Cattolica di Milano Massimo de Leonardis, il presidente di Federesuli Renzo Codarin e altri tre accademici: il docente dell’Università di Trieste Davide Rossi, Matteo Giuro, professore della Scuola Spagnola di Storia e Archeologia di Roma, e Stefano Pilotto, docente dell’ateneo udinese.

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In contemporanea, alla Farnesina, la presentazione del volume “Documenti sulla Pace Adriatica. Il negoziato per gli Accordi di Osimo nelle carte della diplomazia italiana”: l’evento, in programma dalle 16, è organizzato dal Comitato scientifico per il trattato in collaborazione con l’Università popolare di Trieste.

Gli interventi saranno aperti del curatore principale del volume, Massimo Bucarelli, ordinario di Storia delle Relazioni Internazionali alla Sapienza. Alle 18.30 la messa in memoria degli esuli alla chiesa di Santa Rita in via Locchi. Alle 19 la partenza della fiaccolata in via Donota 2, organizzata da Lega nazionale e Trieste Pro patria.

Il Trattato di Osimo e l’accelerazione dettata dall’ombra dell’Unione Sovietica

Intanto, in vista del convegno, il sindaco Dipiazza interviene anticipando alcune delle sue riflessioni sul tema. «Il Trattato di Osimo è stato un fallimento totale del Governo dell’epoca – afferma Dipiazza –. Senza quell’accordo avremmo potuto ancora ottenere qualcosa quando la Jugoslavia si dissolse all’inizio degli anni Novanta. In cambio del riconoscimento di Slovenia e Croazia come Stati indipendenti l’Italia avrebbe potuto avanzare delle richieste, almeno di natura risarcitoria, ma ormai ogni contenzioso era stato chiuso e non c’era più margine. Imperdonabile l’incapacità dimostrata da Moro e Rumor che di fatto decisero di non svolgere alcuna trattativa e di non presentare alcuna autentica richiesta. L’Italia ottenne zero e c’entra poco il fatto che si arrivasse da una guerra persa. All’epoca l’Occidente doveva trattare bene Tito? Beh, se così era si trattò di un errore di valutazione clamoroso: in quegli anni, da giovane imprenditore, frequentavo molto la Jugoslavia e posso assicurare che la leadership e la popolarità di Tito erano già in forte calo e che tutti sapevano che presto il Paese si sarebbe diviso». —

 

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