Patat: «Il Demanio ceda i siti dismessi di Cormons»

Il sindaco chiede aiuto alla Regione: «Non è possibile lasciare andare in rovina strutture che potrebbero interessare ai privati anche a scopo turistico»

CORMONS. Gli appartamenti di via Bancaria, l'ex caserma della Gdf di Zegla, il campetto in erba di via Canciani a Brazzano, i terreni militari di via Vino della Pace. Sono le quattro aree o strutture demaniali che da Roma non hanno alcuna intenzione di bonificare, ristrutturare o cedere agli enti locali. E così ora il sindaco Luciano Patat lancia un appello: «Perchè il Demanio continua a disinteressarsi di questi siti che cadono a pezzi e non solo non abbiano alcuna utilità per la cittadinanza, ma rischiano di rappresentare anche un pericolo a causa dell'assenza di manutenzione? Per questo chiedo alla Regione di farsi carico a Roma dell'enorme problema dei siti militari abbandonati. Al Ministero devono rendersi conto che o queste zone si cedono agli enti locali i quali poi provvedono a far partite i necessari iter di vendita o riqualificazione, oppure si cercano acquirenti privati. Chiediamo all'amministrazione Serracchiani di aiutarci a farsi portavoce a Roma dell'enorme problema delle zone demaniali in tutto il Fvg: lo Stato faccia qualcosa, non può essere sordo alle nostre richieste». Patat nello specifico cita il caso cormonese. «Gli appartamenti di via Bancaria sono attualmente abitati solo due su 20. Gli altri 18 sono nel degrado più completo. Avevamo interpellato da anni il Ministero per sbloccare la situazione, proponendo che venissero ceduti all'Ater, l'ente forse più qualificato per ridare vita a quegli alloggi. Ma non arrivò risposta. Ci provarono allora anche i vertici della Gdf, quando studiammo insieme l'ipotesi di trasferire del comando cormonese: ma da Roma non giunsero risposte nemmeno alle Fiamme Gialle. Insomma, è un muro di gomma, e per questo la Regione intervenga presso il Demanio militare, perchè così non si può andare avanti». Patat cita anche il caso «della caserma di Cormons, che per fortuna è da tempo in mano nostra ma nonostante ciò, essendo impediti nel dare il via alla sua riqualificazione, da mesi abbiamo dovuto recintare alcune zone a rischio crollo. C'è poi un altro esempio lampante di occasione perduta: la caserma di Zegla, da decenni vuota e ormai a pezzi. Lo Stato potrebbe cederla a qualche privato che potrebbe realizzarvi, data la bellezza della zona, un bed&breakfast o un agriturismo. E invece niente, non viene proposta alcuna vendita nè viene fatto dal Demanio alcun passo in questo senso. E così un potenziale sito di attrazione turistica viene abbandonato nell'incuria. No, così non si può certo andare avanti: l'amministrazione regionale ci aiuti a far sentire la voce dei Comuni friulani a Roma, per risolvere una volta per tutte il problema dei siti militari dismessi».

Matteo Femia

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