Preso il rapinatore del “Ciao”: è uno sloveno di 33 anni

Fu autore di diversi borseggi in città e di una rapina ai danni di una goriziana. Si era rifugiato a Nova Gorica ma la Polizia l’ha rintracciato e portato in carcere

Condannato a 4 anni il rapinatore in Ciao

GORIZIA Colpiva mentre percorreva le vie cittadine in sella a un comunissimo ciclomotore “Ciao” della Piaggio. Le sue vittime preferite erano le passanti alle quali, senza andare tanto per il sottile, strappava la collana. Poi, dava un’accelerata e si dileguava con il suo agile motorino, ideale per muoversi comodamente in città e far perdere le proprie tracce. L’ha fatto più volte («Almeno cinque», dichiara il capo della mobile, Claudio Culot) tanto che la Polizia di Gorizia lo conosceva bene. «Già noto presso questi uffici», la formula che viene utilizzata in questi casi dalle forze dell’ordine per far capire che una persona è già stata “attenzionata” se non addirittura già arrestata nel passato.



Ma oggi la sua corsa, apparentemente senza freni, in sella al “Ciao” è finita. Game over. È stato, infatti, arrestato nei giorni scorsi dalla squadra mobile e condotto alla casa circondariale di via Barzellini Kristijan Gorkic, il trentatreenne di nazionalità slovena, «autore di una rapina commessa nel settembre del 2014 in corso Italia a Gorizia più altri borseggi precedenti», fa sapere la Questura. All’epoca il giovane, viaggiando in sella al solito ciclomotore della Piaggio (che aveva la caratteristica quasi inconfondibile di avere una vistosa colorazione rosa) rallentò la marcia. Si avvicinò ad una donna a passeggio assieme al marito e le strappò con veemenza di dosso la collana in oro che portava al collo.



«La vittima - spiega Claudio Culot - subì, in quell’occasione, gravi conseguenze: le escoriazioni provocatele dall’azione repentina quanto violenta determinarono, a causa dell’evento particolarmente traumatico, uno stato di agitazione che si protrasse per lungo tempo».



Come spesso capita in queste situazioni, fondamentali per lo sviluppo delle indagini sono stati gli impianti di videosorveglianza. Le indagini, infatti, si giovarono nell’immediatezza di alcune immagini estratte dagli impianti di videoripresa installati sul percorso del rapinatore in fuga che evidenziarono soprattutto la sua caratteristica corporatura imponente che “gravava” sul piccolo ciclomotore. Fondamentale, tuttavia, fu la testimonianza di un poliziotto della squadra mobile che, recandosi al lavoro con la sua automobile, lungo via Vittorio Veneto incrociò per un brevissimo istante quel giovane sul ciclomotore dalla livrea rosa, prima che commettesse la rapina: lo riconobbe e lo segnalò subito alle squadre volanti perché lo intercettassero.

Aveva scippato due donne, preso


Gorkic, dicevamo, era ed è già «ampiamente noto» alla squadra mobile per averlo arrestato più volte, da ultimo nell’estate del 2015 quando, in esecuzione di sentenza definitiva, fu condotto in carcere per il reato di resistenza a pubblico ufficiale commesso il 14 luglio 2011, essendosi violentemente opposto agli agenti che lo volevano controllare mentre sul “Ciao”, al tempo di colore rosso, sfrecciava per il centro tentando di sfuggir loro in contromano.

Rintracciato a Gorizia nei giorni scorsi, il trentatreenne sloveno dovrà permanere ristretto in carcere per quattro anni, corrispondenti alla pena inflittagli al termine del dibattimento conclusosi con la sentenza definitiva il 26 novembre 2017. —


 

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