Divisioni sull’Ippodromo, il centrosinistra: «Ora basta incertezze»

Russo spinge per ascoltare i privati su Montebello e attacca la giunta Dipiazza ma nel centrosinistra i Cinque stelle si dicono scettici e ricordano l’area verde

Lorenzo Degrassi
L’ingresso dell’Ippodromo di Montebello a Trieste (Bruni)
L’ingresso dell’Ippodromo di Montebello a Trieste (Bruni)

Il futuro dell’ippodromo di Montebello divide la politica triestina. Il progetto, che prevede la trasformazione dell’area in una vera e propria “cittadella dello sport”, con una pista di atletica, piscine, spazi polifunzionali, vede coinvolti investitori privati e potrebbe contare su un sostegno pubblico stimato in circa 30 milioni di euro stanziati dalla Regione. L’investimento complessivo arriverebbe a 130 milioni.

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Il compendio dell’Ippodromo di Montebello (Bruni)

L’obiettivo dichiarato dai promotori della manifestazione d’interesse, firmata dal Gruppo Fintria e dalla Icop spa, è quello di restituire vitalità a uno spazio oggi sottoutilizzato, creando un polo sportivo in grado di attrarre atleti, famiglie e cittadini.

Un progetto che tuttavia ha diviso la giunta Dipiazza, con Fratelli d’Italia che chiede di visionare prima il progetto vero e proprio e Forza Italia che si riserva di dare una considerazione finale solo dopo aver valutato la compatibilità del project financing con quanto già previsto per piazzale De Gasperi.

In questo contesto, le opposizioni colgono la palla al balzo per evidenziare quello che definiscono l’«ennesimo segnale di frattura del centrodestra locale».

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Una veduta sull’Ippodromo di Trieste (Silvano)

Il primo ad affondare il colpo è Francesco Russo, consigliere regionale del Pd che siede anche in Consiglio comunale: «L’ennesima spaccatura nel centrodestra e in particolare nella giunta Dipiazza non può che portare a una logica e opportuna conseguenza: il ritorno al voto». Secondo Russo, la maggioranza «non perde occasione per dividersi: dall’asilo di Roiano al futuro dell’ovovia, dalla gestione dei cassonetti “intelligenti” alla nomina del presidente del Porto. Ora si spacca addirittura in tre sulla futura cittadella dello sport».

L’esponente dem ricorda inoltre la portata dell’investimento: «Parliamo di oltre cento milioni di euro, con un significativo finanziamento regionale già stanziato, ma soprattutto del futuro di un’area che attende da troppi anni una riqualificazione. Dopo gli errori commessi sull’ex Fiera e le promesse irrealizzate del Campus di via Rossetti, non possiamo permetterci altre incertezze».

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Russo chiama direttamente in causa il governatore Fedriga: «La sua giunta ha già messo sul piatto 30 milioni, ma davanti al declino della città cosa ha da dire? Vuole chiarire se l’amministrazione Dipiazza è ancora in grado di portare avanti almeno uno dei progetti indispensabili a Trieste o se non sia meglio restituire la parola ai cittadini l’anno prossimo?». Il Pd, conclude, «continuerà a lavorare a proposte concrete, anche ascoltando i privati che hanno avanzato l’iniziativa su Montebello, per il bene della città e dei giovani».

Sul tema interviene anche Paolo Menis, coordinatore provinciale del Movimento 5 Stelle, che invita alla cautela: «Mi auguro che sul progetto, a differenza del passato, ci sia il massimo coinvolgimento della cittadinanza e un ampio dibattito. È presto per dare giudizi senza avere in mano la documentazione, ma certo se la manifestazione d’interesse dei proponenti prevede l’abbattimento di un centinaio di alberi non si parte con il piede giusto. Trieste non può permettersi di perdere altro verde urbano, soprattutto mentre le temperature medie crescono per effetto di asfalto e cemento».

Sulla falsariga di Russo anche Riccardo Laterza, ma non del tutto, capogruppo di Adesso Trieste: «Nel continuo litigio all’interno dell’ormai ex maggioranza a farne le spese è l’interesse pubblico. Come si può dichiarare la bontà della proposta di un privato senza aver visto un progetto, condiviso i contenuti con cittadini e i portatori di interesse, valutato gli impatti su un’area già coinvolta in altre operazioni come l’ex Fiera e il Campus di via Rossetti?».

Laterza paragona la vicenda a quella del Porto Vecchio: «Gestire Trieste così significa calpestare i suoi abitanti. La città non merita un altro anno e mezzo di situazione da “Tardo Impero”. La destra prenda atto che la sua stagione è finita e restituisca quanto prima la parola agli elettori».

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