Quasi quattrocento ospiti al pranzo di Natale per le persone in difficoltà a Trieste in Porto Vecchio
Come da tradizione anche quest'anno la Comunità di Sant'Egidio ha organizzato l’iniziativa di beneficenza al Generali Convention center. Una lunga lista di benefattori e 85 volontari
Trecentosettanta ospiti, ottantacinque volontari, anche dal resto della regione, e una lunga lista di benefattori. Come da tradizione anche quest'anno la Comunità di Sant'Egidio ha organizzato a Trieste, oggi mercoledì 25 dicembre, il pranzo di Natale per le persone in difficoltà, per il terzo anno consecutivo al Generali Convention Center in Porto Vecchio.
«Ci sono poveri, anziani soli, chi vive in strada, migranti, chi si rivolge al nostro centro di solidarietà, gli studenti stranieri della scuola di italiano che provengono da tanti Paesi e chi fa parte dei servizi dedicati ai minori», osserva Paolo Parisini, presidente della Comunità di Sant'Egidio Fvg.
Il pranzo è stato offerto da "Casa Pepe" del ristoratore Pietro Savarese, come peraltro nelle ultime due edizioni: lasagne, spezzatino e riso. Tutto senza maiale nel rispetto delle persone musulmane. "Oltre a un piacere, ritengo sia un dovere aiutare il prossimo", ha osservato Savarese, sollecitando altri ristoratori cittadini a farsi avanti i prossimi anni.
Una lunga lista di benefattori
Ma hanno contribuito anche molti altri imprenditori e società triestine, tra cui Bruno Vesnaver che ha fornito gli antipasti, il panificio Dafina (il pane), Illy (il caffè), la Demus spa (i regali), Pacorini (i panettoni) e le Generali (dolci e spumanti). Varie famiglie e singole personalità hanno provveduto con le bibite e con le donazioni. La Trieste Trasporti ha messo a disposizione la linea 6, generalmente non in servizio per la festività natalizia, così da permettere alle persone di raggiungere gli spazi del Porto Vecchio.
Il vescovo e il direttore della Caritas
Al panzo sono presenti il vescovo monsignor Enrico Trevisi, che oltre ai saluti e ai ringraziamenti iniziali è passato personalmente tra i tavoli per conoscere gli ospiti, il direttore della Caritas padre Giovanni La Manna e l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Trieste Massimo Tognolli.
«L'assistenza - ha voluto evidenziare ancora Parisini - è un veicolo per creare e costruire relazioni. E qui al pranzo, in questa bella confusione tra ospiti e volontari, non si capisce chi aiuta e chi è aiutato...".
Rifugiati scappati dalla guerra
Quest'anno ci sono anche persone provenienti dai cordoni umanitari creati nei Paesi in guerra e intere famiglie della Striscia di Gaza con i bambini in cura al Burlo.
"Ci siamo sentiti come a casa oggi", spiega Linda, volontaria. "Siamo in buona compagnia, c'è una generosità contagiosa. Oggi ha sorriso anche chi non sorride mai".
Le altre comunità cittadine, attive quotidianamente nel mondo dell'accoglienza e della solidarietà, hanno a loro volta organizzato pranzi e cene natalizie per i propri assistiti nelle mense delle rispettive strutture, con menù speciali. È il caso, ad esempio, dei Frati di Montuzza, della Caritas e della Comunità di San Martino al Campo.
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