Ronchi riconquista i clienti delle Private Il bicchiere di vino diventa monouso

Luca Perrino/RONCHI
In alcuni casi bicchieri monouso. Seguendo ovviamente le disposizioni che riguardano tutti gli altri esercizi pubblici. Con la primavera e con l’inizio della Fase 2, hanno riaperto, a Ronchi dei Legionari ma anche nel resto della Bisiacaria, le “Private”. Poter sorseggiare un bicchiere di nero o di bianco, magari seduti assieme agli amici sotto un verde pergolato, è tornata ad essere quella tradizione che, accanto a cose più serie, era mancata nel periodo duro della pandemia.
Le frasche, ovvero i segni distintivi dei luoghi in cui avviene la mescita del vino, sono tornare a far bella mostra di sè. E, come sempre avviene, ad indicare che, qui, si può bere sul posto o acquistare per asporto.
Tra le “Private” che hanno aperto in queste ore c’è quella della famiglia Boscarol tra via Soleschiano e via delle None. Che questa “pratica” mancasse lo si deduce dal numero di avventori che hanno salutato con gioia anche questa riapertura. Valgono sempre i distanziamenti sociali, le mascherine e percorsi segnalati che evitano, tra le altre cose, che il cliente finisca nelle stanze dell’abitazione privata dei proprietari. Perché, come tradizione vuole, le “Private” aprono i battenti nei locali e nei cortili delle aziende agricole che coltivano la vite e producono il vino. Come gli altri punti vendita disseminati sul territorio comunale ronchese, rimangono aperte anche per l’asporto, mentre c’è chi si è organizzato per consegnare a domicilio le bottiglie. In questo caso si tratta di aziende più attrezzate, come detto, quelle che si dedicano anche all’imbottigliamento e che, per Ronchi dei Legionari, sono una ricchezza ed una fonte economica non di poco conto.
Era comunque una delle priorità la riapertura delle “Private” che, in tutta la Bisiacaria, oltre ad essere una tradizione ben consolidata, sono una fonte di reddito per chi coltiva la terra. Nel lungo periodo del lockdown in molti avevano espresso la loro preoccupazione. Si temeva che ettolitri di vino andassero invenduti e persi per sempre.
All’azienda agricola Tomasin di Soleschiano, cosi come per i viticoltori Barducci, Brotto e Bonora, la fase critica era stata affrontata con la consegna a domicilio. «Ma bere un bicchiere di vino all’aria aperta – sottolinea un avventore – è tutta un’altra cosa. Questo è un luogo d’incontro, un posto dove far quattro chiacchiere, un motivo di svago e di serenità. Di questi tempi tutti noi ne abbiamo davvero tanto, ma tanto bisogno».
Il vino, da sempre, costituisce non solo un importante elemento dell’alimentazione dell’uomo, ma anche una sorta di fedele compagno di viaggio dell’uomo nella storia. Lo è nella Bisiacaria, il lembo di terra che si sviluppa tra l’Isonzo ed il Timavo, dove la vite fu introdotta in tempi antichissimi e da quel momento influenzò in diverso modo l’esistenza degli abitanti di questa zona. È qui che, ancora oggi, si trovano le “Private”, ovvero quei luoghi, sede di tante aziende agricole, dove, in un certo periodo limitato dell’anno, approssimativamente per un mese, viene venduto il vino di produzione propria. Una tradizione che trova radici lontane e resiste all’usura del tempo.
«Torniamo alla normalità – afferma uno dei proprietari – e lo facciamo davvero con estrema gioia. Rispettiamo e facciamo rispettare le regole e speriamo che, nei prossimi mesi, tutto possa tornare com’era un tempo».—
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