Slovenia, Janša nuovo premier: il Parlamento gli vota la fiducia

LUBIANA Adesso è anche ufficiale, con l’imprimatur istituzionale. Janez Janša è il nuovo premier della Slovenia e succede al dimissionario Marjan Šarec e al suo governo di centrosinistra. Oggi, dunque, parte ufficialmente lo Janša ter, il terzo governo del leader del Partito democratico (Sds destra populista). Ricordiamo che i precedenti governi sono stati quelli dal 3 dicembre 2004 al 21 novembre 2008 e dal 10 febbraio 2012 al 20 marzo 2013. Il 23 giugno 2014 è stato in carcere per pochi giorni a causa di una condanna per corruzione nel “Caso Patria” legato all’acquisto di mezzi blindati per l’Esercito sloveno. Ieri il nuovo premier ha ricevuto la fiducia del Parlamento di Lubiana dopo una maratona durata l’intera giornata. A favore di Janša hanno votato 52 deputati, contro 31, un voto nullo. Hanno votato in tutto 84 deputati su 90. Maggioranza necessaria 46 voti.
La giornata in Parlamento è iniziata con Janša che ha illustrato ai deputati il programma del suo governo: i problemi demografici (calo delle nascite in primis) e il decentramento saranno i punti cardine dell’azione dell’esecutivo di centrodestra formato da Sds, Msc (centro ex partito dell’ex premier Miro Cerar), Nsi (Nuova Slovenia, destra cattolica) e Desus (Partito dei pensionati). «La Slovenia - ha detto Janša - ha l'ottava popolazione più vecchia del mondo, una delle più vecchie in Europa, più vecchia della media europea, tutta l'Europa ha questo problema, la Slovenia però è il Paese con il più alto rischio demografico entro il 2050 nel continente europeo». Pertanto, questo problema, secondo Janša, deve essere affrontato immediatamente e per questo il nuovo governo creerà «un fondo demografico in cui verranno trasferiti i beni statali che rimangono e qui saranno implementati. I dividendi saranno a carico della generazione che ha creato tali attività e le pensioni non saranno un costo per la generazione che lavora».
Chiaro lo Janša pensiero anche sui migranti. «Chi viene da noi ed è invitato è il benvenuto - ha affermato il premier - se è nei guai, lo aiutiamo, ma non può aspettarsi che accettiamo le sue abitudini, il suo comportamento, la sua cultura. Giustamente ci aspettiamo che accetti la nostra di cultura... ed è chiaro che non ci conformeremo a una civiltà che non riconosce l'uguaglianza delle donne, non riconosce la separazione della Chiesa dallo Stato, che non riconosce la libertà religiosa e criminalizza l'unione omosessuale». «Questi sono i confini - ha concluso - che non saranno attraversati».
L'accordo di coalizione comprende, tra l'altro, la graduale introduzione della leva militare, la raccolta di fondi per i comuni, l'effettiva protezione del confine di Stato e l'introduzione di un assegno universale per l'infanzia, la riduzione dei tempi di attesa nell'assistenza sanitaria e uno speciale ufficio demografico. Se questo governo dovesse reggere, avrà anche la presidenza di turno dell’Unione europea da luglio a dicembre del 2021, dopo la Germania (secondo semestre 2020) e il Portogallo (primo semestre 20121).
Janša ha ora 15 giorni per presentare la lista dei ministri, ma sembra certo che il tutto dovrebbe risolversi in due o tre giorni al massimo essendo già quasi tutte le “caselle” riempite. —
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