Slovenia, raggiunto l’accordo a quattro: Janša si avvia al suo terzo governo

Presentata la candidatura del capo della destra populista Intesa con Smc di Cerar, centrodestra cattolico e Pensionati
Janez Janša (a sinistra) con il capo dello Stato Borut Pahor da delo.si
Janez Janša (a sinistra) con il capo dello Stato Borut Pahor da delo.si

LUBIANA Al voto, al voto, ma alla fine sarà Janša 3. Ieri il capogruppo al Parlamento del Partito democratico (Sds destra populista) Danijel Krivec ha ufficializzato al capo dello Stato Borut Pahor la candidatura di Janez Janša a premier. A renderlo possibile l’accordo raggiunto nella tarda serata di lunedì tra la Sds, la Smc (il partito dell’ex premier Miro Cerar, centro), la Nsi (Nuova Slovenia centrodestra cattolico) e Desus (Partrito dei pensionati, centro). La nuova coalizione di governo è dunque fatta e ha la maggioranza in Parlamento.

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Facendo i conti della serva vediamo che la nuova alleanza può contare su 47 voti su 90 deputati in tutto. A cui potrebbero aggiungersi i due voti dei deputati delle minoranze del seggio garantito (italiana e ungherese) e anche qualche altro, dicono qui a Lubiana nei corridoi del Parlamento, voti che potrebbero arrivare da singoli deputati della Sns (estrema destra) e Sab (Alleanza per Bratušek, ex primo ministro). Dunque i numeri ci sono, l’accordo politico anche. Che i giochi abbiano a cominciare.

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E per Janša non sarà una partita facile. Già lunedì sera si vocifera qui a Lubiana, l’ex presidente Milan Kučan avrebbe telefonato al leader della Smc, Zdravko Počivalšek per cercare di convincerlo a non andare al governo con la Sds. Interpellato sulla chiamata Kučan non ha né confermato, né smentito, ha semplicemente risposto al quotidiano Delo che «quando questo mercato chiuderà i battenti allora esternerò quale sarebbe stato per me il miglior modo per uscire da questa crisi politica». Evidentemente le argomentazioni di Kučan non hanno convinto Počivalšek che ha sottoscritto l’accordo con Janša. Janša che, lo ricordiamo, è già stato premier dal 3 dicembre 2004 al 21 novembre 2008 e dal 10 febbraio 2012 al 20 marzo 2013.

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l capo dello Stato Borut Pahor (a sinistra) e Janez Janša durante un incontro in una foto d’archivio


L’accordo tra i quattro partiti di centrodestra non è molto complesso. In esso non si toccano temi ideologici e non si parla di privatizzazioni di aziende. Qualche malcontento è stato evidenziato tra le fila della Nsi laddove il documento parla a mo’ di slogan sostenendo che «metteremo a posto la sanità» e «miglioreremo la situazione degli anziani», parole che non assicurano affatto, secondo Nuova Slovenia, che poi quanto da esse “gridato” venga concretamente realizzato. Nsi teme poi che Janša nel prossimo futuro sguani nuovamente i suoi preferiti temi ideologici in modo da fagocitare la stessa Nsi la quale però non può, di fronte ai suoi elettori, non entrare in un governo di centrodestra, per cui spera che siano la Smc e Desus a vigilare affinché il populismo del premier non diventi un’arma a doppio taglio.

C’è poi il non secondario tema della suddivisione dei ministeri. I partiti della neo coalizione ne hanno parlato a lungo riuscendo a trovare la quadra ma nomi, per ora, non escono, se non le solite indiscrezioni. Il vero nodo da sciogliere per Janša sarà comunque sempre legato alla Nsi e al suo leader Matej Tonin il quale vorrebbe diventare presidente del Parlamento di Lubiana, desiderata a cui il nuovo premier incaricato non vuole accondiscendere in quanto pretende che i leader dei partiti di coalizione siedano tra i banchi del governo.

I rumors comunque danno come possibile alla Nsi il ministero della Difesa, delle Infrastrutture (con il portafoglio più ricco) e del Lavoro, Famiglia e Affari sociali. Desus otterrebbe due dicasteri: quello dell’Agricoltura che andrebbe alla presidente del partito Aleksandra Pivec (ministero che già occupava nel governo uscente targato Šarec) e della Sanità cui farebbe ritorno Tomaž Gantar. Alla Smc andranno i ministeri dell’Economia, della Giustizia, della Pubblica amministrazione e della Scuola. Chiaro, a questo punto, che gli uomini di Janša siederanno nei dicasteri chiave di Esteri, Difesa e Interni. Oggi il presidente Pahor nominerà ufficialmente Janša quale premier incaricato di formare il nuovo governo. E c’è già chi accetta scommesse sulla durata del suo terzo esecutivo.—


 

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