Slovenia, su la destra populista. Nasce un nuovo partito Verde

LUBIANA Il populismo cresce anche in Slovenia. Dopo l’allarme lanciato dall’ex presidente Milan Kučan sulle righe del quotidiano croato Večernji List ora anche le indagini sul “mercato” elettorale mostrano come l’«anti-janšismo», ossia l’avversione al Partito democratico (Sds, destra populista)) di Janez Janša, è in forte regresso. Secondo gli analisti sloveni Janša, se si andasse al voto anticipato dopo le dimissioni del premier Marjan Šarec, avrebbe a disposizione 170 mila voti che in un Paese dove gli aventi diritto al voto sono 1 milione e 7 mila e andrebbe a votare solo il 45%, possono spostare l’ago della bilancia. Janša lo sa e assume ora il ruolo del temporeggiatore sapendo di giocare con un buon margine di vantaggio sugli altri partiti, alcuni dei quali oggi al governo, come la Smc dell’ex premier Miro Cerar, la Sab dell’ex premier Alenka Bratušek e lo stesso Patito dei pensionati (Desus), rischiano di non superare la soglia di sbarramento del 4% per entrare in Parlamento. Con il ritorno di consensi al Partito popolare (Sls destra) che porta acqua al mulino di Janša.
Dopo il possibilismo espresso dalla Smc a dare vita a una nuova coalizione ieri la Sab ha invitato tutte le parti al progetto di modifica della legge elettorale parlamentare e a considerare la possibilità di formare un governo di progetto che ritarderebbe le elezioni anticipate fintanto che una modifica della legge elettorale possa essere promulgata. Un progetto di legge sull'elezione dell’Assemblea nazionale (tra l’altro introduce le preferenze ndr.) è stato sottoposto alla procedura parlamentare venerdì scorso da un gruppo di 59 deputati di Lmš(Lista Šarec, centro), socialdemocratici, Smc, Sab, NSi (Nuova Slovenia-cattolici di destra), Sns (estrema destra) e Levica (Sinistra), con il primo firmatario, Branet Golubović dell'Lmš. L'approvazione richiede la maggioranza qualificata di 60 voti. La Sds di Janša ha respinto fortemente una simile legge sin dall'inizio.
Janša che, da parte sua, ritiene che sia possibile per il Parlamento formare un governo ambizioso e di maggioranza per il resto di questo mandato. Tuttavia, è troppo presto per valutare fino a che punto ciò può essere fatto, ha aggiunto. «Certamente, la Sds non salterà in una piscina dove non c'è acqua», ha detto, aggiungendo che il presidente Borut Pahor è ora in posizione cruciale. «È meglio prendersi un giorno, una settimana in più di tempo, riflettere sulle cose e soprattutto parlare dei contenuti. Perché se ci precipitiamo in qualcosa, sarà di breve durata», afferma Matej Tonin, presidente della Nsi. Alla domanda se andrebbe al governo con la Sds, ha detto che questo governo non dipende solo da Janša o da lui, ma ha bisogno di 46 voti.
Il presidente Borut Pahor ritiene che sia molto importante che i colloqui tra partiti e gruppi parlamentari abbiano luogo dopo le dimissioni del premier Šarec. «Il fatto che dopo un anno e mezzo, quando non c'è stato alcun dialogo, oggi invece c’è - ha affermato Pahor - indica un cambiamento che è promettente».
In questa fase di stallo politico, intanto, in Slovenia sta nascendo un nuovo partito. L'iniziativa viene da Moravce e si chiamerà Terra verde (abbreviazione di ZaDa), sarà costituita a breve con un congresso. L'iniziativa è nata a seguito di un movimento di attivisti dell'iniziativa popolare Moravce per lo smaltimento dei rifiuti Termit nel loro comune. «Abbiamo appreso dal caso Moravce - dicono gli attivisti - che la nostra lotta dovrebbe essere spostata su un livello più alto e proseguita a livello nazionale». Attecchirà l’onda verde anche in Slovenia? —
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