Svolta al PalaZimolo di Gradisca Riqualificazione pronta a partire

Luigi Murciano / Gradisca
Stavolta ci siamo per davvero. L’iter per il maquillage del PalaZimolo, opera pubblica “mai nata” e ferma addirittura ai blocchi di partenza da una dozzina d’anni, si appresta a rimettersi in moto. Il progetto definitivo voluto ex novo dalla giunta Tomasinsig è arrivato a fine ottobre sulla scrivania dell’esecutivo. E domani sarà sottoposto all’approvazione dell’esecutivo. È il primo dei tre step che fanno da apripista alla gara per l’apertura del cantiere: poi toccherà al parere della Commissione Urbanistica e, infine, all’approvazione del progetto esecutivo.
La risistemazione del palasport di via San Michele era “ricomparso” nel piano triennale delle opere pubbliche con apposita variazione di bilancio: una posta da 810 mila euro con la quale l’amministrazione ha inteso aggiornare la tipologia di lavori rispetto all’originale elaborato di 9 anni fa. «La revisione del progetto risale in realtà già al 2019 – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Alessandro Pagotto – e si era resa necessaria per attualizzare i contenuti del progetto del 2012 alla situazione attuale dell’impianto, certo non migliorata, e alla luce delle mutate esigenze e del fisiologico aumento dei prezzi per i materiali».
L’opera pubblica - che, come Godot, tutti attendono ma non arriva mai - verrà scorporata in due lotti rispetto alle intenzioni originarie. «In questa prima fase avranno la priorità tutti gli aspetti relativi alla sicurezza: accessi, ingresso principale, vie di fuga, illuminazione esterna. Ma ci si occuperà anche di rifacimento di spogliatoi, servizi igienici, isolamento termico». La seconda fase affronterà gli aspetti tecnici e sportivi tout court. Per parquet e tribuna, anch’essi sottoposti alla dura prova del tempo, ci sarà da attendere ancora.
Il paradosso del PalaZimolo è (o era) il fatto che si tratta di un’opera finanziata da oltre un decennio eppure paralizzata senza che si sia ancora mai battuto chiodo. Molteplici le cause: dapprima le quasi fisiologiche lungaggini burocratiche, quindi lo “scorporo” del budget fra lavori a beneficio dell’area del Tennis Club e quelli relativi al palasport (il finanziamento ottenuto all’epoca, garantito addirittura nel 2009 dall’allora assessore regionale Elio De Anna e della giunta Tondo, era unico per i due impianti sportivi limitrofi); quindi i vincoli del patto di stabilità che negli anni hanno offerto ai Comuni sempre più rare finestre di spesa. E poi il già citato reset sul progetto, oggi affidato alla professionista gradiscana Daniela Anzil e al suo pool di professionisti: si sono occupati della clubhouse del Tennis, recentemente inaugurata. «Finalmente approdiamo a una fase di concretezza – tira un sospiro di sollievo Pagotto –. Abbiamo condiviso il percorso sui lavori da effettuare con i portatori d’interesse, ovvero le società sportive e in primis l’ente gestore Torriana. E presenteremo il progetto esecutivo alla città». Il cantiere sarà pensato in modo da non inficiare l’attività sportiva delle tante società che fruiscono del palasport, scongiurandone l’esilio. —
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