Tassa di soggiorno al via fra il nodo della privacy e i codici “fantasma”

TRIESTE Da ieri, primo giugno, chi alloggia nelle strutture ricettive di Trieste paga la tassa di soggiorno. Albergatori e gestori di bed&breakfast o case vacanza si trovano così a dover sbrigare nuovi adempimenti burocratici e tecnici, non senza qualche intoppo – all’esordio – legato anche all’introduzione il 25 maggio scorso del nuovo regolamento voluto dall’Unione europea sulla privacy.
Le strutture ricettive del territorio comunale (in tutto 1.040) da alcune settimane hanno iniziato ad accreditarsi alla piattaforma di gestione del sistema creato per il Comune di Trieste da una società di Napoli, la Advanced System srl. Alcuni, soprattutto fra i gestori delle realtà più piccole, sono ancora in alto mare. Non sanno nemmeno di dover accedere al sistema. Pensano di poter inviare una semplice email con i dati e non hanno neppure visionato le indicazioni che il Comune ha pubblicato in rete. Altri si sono registrati più di dieci giorni fa, eppure non hanno ancora ricevuto le credenziali di accesso. Insomma, qualche inghippo.
Il presidente provinciale di Federalberghi, Guerrino Lanci, giudica comunque positivamente il dispositivo adottato dal Comune. «Se non fosse per la concomitante introduzione del regolamento sulla privacy, direi che il sistema è promosso», valuta. L’invio dei dati al Comune può essere fatto anche trimestralmente e può avvenire in modo manuale o automatico. La modalità automatica è stata scelta soprattutto dalle strutture più importanti. «Ora, quando un ospite arriva in albergo – illustra Lanci –, dobbiamo compilare la già prevista schedina che spediamo agli uffici della Questura ma pure far firmare al cliente varie liberatorie per l’utilizzo dei dati come, ad esempio, quella che autorizza a passare in camera telefonate o messaggi. Se un ospite decide di non sottoscriverle – si chiede il presidente – come facciamo a inviare i suoi dati per la tassa di soggiorno?».
«Mi sono fatto creare un gestionale per timore di commettere degli errori – spiega Massimo Di Martino di 9 Stanze Boutique Rooms –, ritengo che le tre ore di formazione riservateci al Mib con la società che ha creato il software siano state insufficienti: sarebbe opportuno il Comune ci garantisse ancora un incontro con i tecnici, visto che accedere al numero verde riservato all’assistenza è un’impresa». Si è fatta assistere da un tecnico anche la proprietà dei Tre Merli Beach Hotel. «Non abbiamo ancora capito come verseremo l’imposta – spiega Luca Lamacchia che segue proprio questo aspetto dell’albergo – e comunque noi abbiamo fatto richiesta delle credenziali il 22 maggio e, ad oggi, non sono pervenute». Ancora senza credenziali anche il Calcara Family Aparthotel: «Non siamo operativi – dichiara Anna Calcara – perché, malgrado siano state richieste il 22 maggio, ad oggi non ci sono ancora arrivate le credenziali di accesso al sistema. Ci sono poi alcune assurdità, come il fatto che la nostra struttura composta da 18 mini appartamenti ha dovuto presentare 18 domande».
«Io ho ricevuto le credenziali in tempo record – testimonia invece Stefano Stern dell’Hotel Milano –, le realtà più strutturate come gli alberghi non avranno difficoltà ad adeguarsi mentre presumo che i più piccoli, magari persone non giovanissime che gestiscono qualche b&b, potrebbero trovare difficoltà».
Il Comune ha predisposto anche un avviso, tradotto in più lingue, scaricabile dalla pagina web dell’amministrazione, che deve essere apposto nelle camere, accanto al tariffario, e che indica l’introduzione della tassa di soggiorno. «A questo punto siamo una città turistica a tutti gli effetti – commenta l’assessore comunale al Turismo, Maurizio Bucci –. Stiamo fornendo un buon servizio agli utenti e passo passo, con un minimo di buon senso, risolveremo ogni problema. Chi non ha ricevuto le credenziali – presume – deve aver inserito erroneamente qualche dato visto che il dispositivo spedisce in automatico i codici: si può risolvere con il numero verde». Sulla questione privacy, l’assessore spiega che «il responsabile del trattamento dei dati è il Comune che li utilizza al solo fine di incassare l’imposta. Gli uffici del Comune – indica – confermano che in questo caso non serve la sottoscrizione delle liberatoria sulla privacy mentre l’informativa sulla privacy che manca sul sistema verrà inserita a breve». Quanto alla richiesta di un nuovo appuntamento informativo, l’assessore conferma la massima disponibilità «malgrado ci sia già un sistema di assistenza on line e attraverso il numero verde, garantito dal Comune, mentre nelle altre città viene fornito dalle associazioni di categoria».
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