Tirso, in 150 a Muggia al corteo della Cgil. L’azienda: le risposte il 28 agosto

Marega: «Tempistica inaccettabile, la data coinciderà con la fine delle procedure di licenziamento»

Lorenzo Degrassi
Lo striscione esposto dai partecipanti al corteo venerdì mattina a Muggia. Foto Andrea Lasorte
Lo striscione esposto dai partecipanti al corteo venerdì mattina a Muggia. Foto Andrea Lasorte

«Abbiamo il diritto di non starcene in silenzio». Dietro a questo striscione, nella mattinata di venerdì, circa 150 persone hanno sfilato per le vie di Muggia in sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori della Tirso. Per i quali, se nel frattempo non sopraggiungeranno nuovi acquirenti, a fine mese potrebbe partire la procedura di licenziamento collettivo.

Il corteo, indetto dalla Cgil Filctem, è partito alle 10.30 da piazzale Alto Adriatico per poi snodarsi lungo le vie Trieste, San Giovanni, XXV Aprile, D’Annunzio e Roma, e concludersi nel centro storico della cittadina, con arrivo in piazza Marconi sotto il municipio.

A guidare la protesta, il segretario generale della Cgil Trieste, Massimo Marega: «L’azienda aveva preso un impegno formale a fornire risposte entro il 30 luglio su eventuali possibilità legate alla continuità produttiva o per un’eventuale vendita del sito. Questo impegno però è stato disatteso. L’incontro fissato per il prossimo 28 agosto, data che coincide di fatto con la fine delle procedure di licenziamento collettivo, è inaccettabile. Non si può arrivare a quel giorno senza avere uno scenario chiaro: o ci sarà una proposta concreta, o saremo costretti a impugnare i licenziamenti. Ma a quel punto i margini di trattativa saranno ridottissimi».

A fargli eco, il segretario della Filctem triestina, Fabrizio Zacchigna: «Siamo qui per dare voce a chi lavora. Dopo oltre un anno di vertenza non c’è ancora alcuna certezza, con la vicenda Roncadin (l’azienda pordenonese che si era offerta di acquisire il ramo d’azienda della Tirso, ndr) che ci ha lasciato amarezza e dubbi. Non possiamo permetterci di restare in attesa fino al 28 agosto senza alcuna garanzia».

La manifestazione si è svolta in forma autonoma, con le sole bandiere della Cgil. Un elemento che nella giornata di giovedì aveva scatenato le polemiche: la Cisl, la Uil e l’Ugl hanno criticato duramente l’iniziativa, definendola una «rottura strumentale» del tavolo di coordinamento unitario regionale e attribuendole una connotazione politica.

Tra i presenti in piazza Marconi anche il sindaco di Muggia, Paolo Polidori, che ha voluto esprimere la propria vicinanza ai lavoratori, pur prendendo le distanze dalla protesta: «Sono qui per portare la solidarietà del consiglio comunale, ma ribadisco che azioni come questa rischiano di allontanarci dall’obiettivo comune: tutelare chi lavora. C’è un tavolo regionale aperto, con l’impegno degli assessori Rosolen e Bini. È lì che bisogna lavorare».

Sempre Polidori ha annunciato la convocazione di un consiglio comunale straordinario dedicato alla Tirso il 20 agosto.

La procedura per il licenziamento collettivo dei lavoratori dell’azienda tessile è stata formalmente avviata lo scorso 14 luglio. Se non interverranno nuove offerte per l’acquisto dell’impianto o ipotesi di riconversione, il 30 settembre scatterà l’effettiva cessazione dei rapporti di lavoro.

Entro il 28 agosto sindacati, Regione e proprietà dovranno cercare un’intesa autonoma sul numero e le modalità degli esuberi. In caso contrario, si aprirà una fase amministrativa di altri 30 giorni. Scaduto anche questo termine, l’azienda potrà procedere ai licenziamenti secondo quanto previsto dalla normativa vigente. —

 

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