Trieste, boom di fedeli celiaci: la chiesa si attrezza con ostie “gluten free”

Arrivano le particole a prova di intolleranze alimentari prodotte secondo ricette controllate dalle autorità religiose
Un parroco porge le particole consacrate ai fedeli
Un parroco porge le particole consacrate ai fedeli

TRIESTE Partono perfino dalla Polonia, e arrivano sugli altari triestini. Sono le particole senza glutine destinate ai fedeli celiaci. Da quando il fenomeno ha assunto proporzioni importanti, infatti, anche la chiesa cittadina si è attrezzata per rispondere alle esigenze dei frequentanti affetti da allergie alimentari. E così le particole “gluten free”, che un tempo rappresentavano un’eccezione, ora si trovano in molte parrocchie.

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Si tratta, ovviamente, di prodotti in arrivo da industrie controllate e approvate. Il placet dai massimi organi di controllo della chiesa è arrivato solo dopo un’attenta valutazione della soluzione più idonea per realizzare questa specifica ostia, che si produce comunque secondo una panificazione di farina di frumento.

La ricetta prevede pochissimi milligrammi del deleterio ingrediente dunque, per ottenere un prodotto senza controindicazioni per la salute. La gran parte delle chiese di Trieste si sta via via adeguando: un modo in più per non perdere nemmeno un parrocchiano.

Alcune se ne sono dotate da appena un anno, altre da periodi maggiori, cercando così di soddisfare la domanda di fedeli “ospiti fissi”, oppure solo di passaggio. Facendo un piccolo “tour” all’interno delle parrocchie, si scopre che anche quelle più piccole, come la Santissima Trinità di Cattinara, dispongono delle ostie che in parte vengono conservate già consacrate nel tabernacolo, oppure estratte all'occorrenza.

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I preti comunque conoscono bene la propria comunità, e sanno chi tra i fedeli è celiaco. Alla Beata Vergine Addolorata di Valmaura e alla Beata Vergine delle Grazie di via di Chiadino raccontano infatti che sono ospiti fissi rispettivamente una famiglia di sette persone (tutte allergiche al glutine) e nella seconda due fedeli soltanto.

Ciò che accade a San Giusto dà perfino nell'occhio. Nelle solennità, si possono vedere due ordinate file in attesa di ricevere la Comunione, una è riservata agli allergici al glutine. «Durante le messe solenni con grande afflusso di gente non si sa quanti possono essere i celiaci - spiega monsignor Giorgio Carnelos, direttore dell'Ufficio liturgico della Curia -. Per loro, quindi, è pensata una fila ad hoc. Nelle celebrazioni normali, al contrario, il doppio binario non serve: le poche persone con questa particolare esigenza aspettano la fine della fila».

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E se manca l’ostia adatta agli allergici al glutine? In quel caso il sacerdote, anzichè il pane, può porgere al fedele il calice col vino, «perché Cristo - sottolinea Carnelos - è presente in modo uguale». «Offriamo ai fedeli del vino consacrato, che sorseggiano dal nostro calice», racconta infatti padre Luigi Moro, rettore del santuario di Monte Grisa, dove a ciascuna comunione si presenta sempre un “parterre” diverso visto il gran numero di pellegrini.

«Noi abbiamo tre fedeli fissi con questo tipo di problema e occasionalmente si presenta qualcun altro», riferisce invece il sacrestano della chiesa della Beata Vergine del Soccorso di piazza Hortis. Situazione simile a Santa Maria del Carmelo a Gretta, dove non si superano le due-tre persone. Nessun "ospite fisso" invece al Sacro Cuore di Gesù di via Marconi, nella chiesa di Sant'Agostino Sottolongera e in quella più grande di Sant'Antonio Taumaturgo.

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