Trieste capitale della scienza pronta allo sbarco a Est

TRIESTE. Il segretariato generale dell’Iniziativa centroeuropea (Ince) a Trieste. Trieste città europea della scienza nel 2020 (Esof). Bruxelles che vara la sua nuova strategia di allargamento ai Balcani occidentali. Una coincidenza che ha permesso al ministero degli Esteri di dare ieri semaforo verde all’offensiva di “diplomacy for science” (diplomazia scientifica) che erogherà proprio dal Trieste Science System la sua azione verso i Balcani occidentali e oltre.
La futura organizzazione a Trieste dell’Euro Science Open Forum nel 2020, fortemente motivata proprio per il suo insistere sull’area dei Balcani occidentali, e l’annunciata collocazione sempre a Trieste della Fondazione per la Ricerca nei Balcani occidentali (Western Balkan Research Foundation) promossa nel quadro del Processo di Berlino, hanno generato infatti una crescente attenzione nei confronti della città come hub scientifico proiettato verso l’Europa centrale, orientale e sudorientale. Nel centro sta l’Ince che è in grado da fungere da cerniera tra l’Unione europea e il mondo scientifico e della ricerca.
Il via libera al processo è stato dato dal segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni ieri a Trieste per incontrare, per l’appunto, i vertici dell’Ince e del mondo scientifico triestino, con in prima linea Stefano Fantoni, presidente della Fondazione internazionale Trieste nonché deus ex machina della vittoria del capoluogo giuliano quale città di Esof 2020. Un via libera, quello della Farnesina, che rappresenta un’importante tappa “ponte” tra quanto fatto fin qui dal governo Gentiloni e quanto sarà messo in cantiere dall’esecutivo che si formerà dopo il voto politico del 4 marzo. Un’iniziativa che garantisce il sostegno diplomatico alla cooperazione scientifica a livello transnazionale e che consente a un Paese, nella fattispecie l’Italia con Trieste capofila, di promuovere il proprio sistema di ricerca e innovazione. Un percorso nel quale, soprattutto per i Balcani, dobbiamo recuperare il gap accumulato nei confronti di Austria e Germania. Da qui il progetto per cui Esof 2020 sarà l’incubatrice di un’azione che si espenderà a Est con particolare incisività nell’area dell’ex Jugoslavia.
Il segretario generale della Farnesina Belloni, dal canto suo, ha sottolineato come l’Ince si stia evolvendo ben oltre un quadro regionale nel quale era nata e dovrà essere in futuro un interlocutore privilegiato con la Commissione europea in un ruolo di cerniera nei rapporti con i Balcani occidentali. Ince che ha saputo tenere la barra ferma in questo momento di grave crisi dell’Europa e non solo verso i Balcani, ma anche verso il cosiddetto Gruppo di Višegrad, il gruppo dei Paesi europei che maggiormente contestano il sistema Europa, ossia Polonia, Cechia, Slovacchia e Ungheria. Ungheria che ha scelto un pezzo da novanta, il sottosegretario all’economia Antal Nikoletti per la carica di numero tre nella gerarchia Ince. Nomina che avrà ripercussioni anche da un punto di vista operativo privato, leggi rapporti privilegiati con il porto di Trieste.
«A Belgrado - spiega il segretario generale Ince Caracciolo - c’è l’unica sede diplomatica italiana che conserva ancora un suo addetto scientifico, il che ci ha permesso di lavorare molto bene con i Balcani» e che ha visto la nascita dell’Associazione italiani e Serbi scienziati e studiosi.
«La promozione è nelle nostre tasche - conclude il segretario generale Ince - e quindi siamo pronti a concretizzare anche qui la diplomacy for science», ossia la scienza come linguaggio universale capace di creare canali di comunicazione e contribuire alle buone relazioni tra i Paesi che, in un ulteriore passaggio, sfocia nel sostegno al processo decisionale politico in particolare nell’ambito della diplomazia multilaterale e dei negoziati sulle grandi sfide globali come clima ed energia.
«L’avvio del processo della “diplomacy for science” - conferma Fantoni - diventa una componente importante per lo sviluppo del progetto Esof 2020. Del resto - prosegue Fantoni - siamo riusciti a dimostrare alla Farnesina che il sistema scientifico di Trieste è molto forte e compatto». Nell’incontro tenuto con la delegazione Esof è stata fra l’altro chiesta a Roma la collaborazione nell’accoglienza nel Sistema scientifico di Trieste di scienziati rifugiati provenienti da zone di guerra o di crisi. Esof 2020, quindi, come un evento che vuole essere un punto di partenza di un nuovo modo di fare e trasmettere scienza. Scienza al servizio della conoscenza, ma anche ambasciatrice di cooperazione, di Europa e di pace.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo