Trieste, «Castellani va condannato all’ergastolo»

Il caso dell’omicidio di via Puccini: il pm ha chiesto il massimo della pena per l’ex venditore di aspirapolveri sotto accusa
Lasorte Trieste 05/05/17 - Tribunale, Processo a Tiziano Castellani,
Lasorte Trieste 05/05/17 - Tribunale, Processo a Tiziano Castellani,

TRIESTE Tiziano Castellani, l’ex venditore di aspirapolveri accusato di aver ucciso con un battitappeto l’ottantasettenne Nerina Zennaro Molinari, rischia l’ergastolo. È stato il pm Cristina Bacer a chiedere la massima pena per l’omicidio avvenuto nel gennaio del 2016 nell’appartamento di via Puccini.

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La casa di via Puccini dove si è consumato l'omicidio


Nella sua requisitoria in aula davanti al giudice Filippo Gulotta, durata oltre sei ore, il magistrato ha passato in rassegna tutti gli elementi acquisiti dagli investigatori nel tempo. Dalla scoperta del cadavere, trovato dalla badante della vittima riverso per terra in una pozza di sangue, all’identificazione di Castellani. Ma anche quanto emerso nell’esame dibattimentale con i testimoni e i consulenti tecnici. Tra le prove ritenute più schiaccianti, le celle telefoniche: la presenza dell’utenza dell’ex venditore sarebbe stata riscontrata nelle vicinanze dell’abitazione dell’anziana in un orario compatibile con il decesso. Anche le telecamere posizionate all’esterno del commissariato di San Sabba in via Mascagni, che ha sede a pochi metri dall’alloggio della vittima, avrebbero immortalato il passaggio dell’auto di Castellani. I fotogrammi hanno individuato, o almeno ipotizzato, alcune cifre della targa: un 5 o un 3 come primo numero; un 3 come secondo; un 7 (ma non si esclude un 2) per il terzo.

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Lasorte Trieste 05/05/17 - Tribunale, Processo a Tiziano Castellani,

Numeri che potrebbero essere ricondotti a quelli del mezzo di proprietà dell’imputato. Il consulente nominato dal pubblico ministero, che aveva impiegato ulteriori filtraggi sulle sequenze video, era riuscito a rintracciare anche una linea verticale in posizione centrale su un carattere alfanumerico della targa, forse una “T” o una “Y”. Ma secondo il pm Bacer ci sono anche altri indizi che confermano le responsabilità di Castellani, difeso dall’avvocato Maurizio Paniz. È stato infatti accertato che l’ex commerciante conosceva la vittima: era stato proprio lui, in passato, a vendere un’aspirapolvere alla signora Zennaro e, in un secondo momento, i pezzi di ricambio. Nell’alloggio di Castellani sono state peraltro rinvenute anche le chiavi di casa dell’ottantasettenne, sia quelle nuove che quelle vecchie, sostituite dopo un furto avvenuto nell’appartamento della donna.

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Lasorte Trieste 05/05/17 - Tribunale, Processo a Tiziano Castellani,

Non ci sono certezze invece sull’esame del dna. Stando a quanto emerso, l’unico di tipo maschile ritenuto «affidabile» è quello rintracciato sul tubo del gas che l’assassino ha staccato dalla stufa posizionata in corridoio in modo da far esplodere l’abitazione e cancellare gli indizi. Ma il dna non appartiene a Castellani. Quello recuperato sotto le unghie della vittima è anche questo attribuibile a un uomo ma non identificabile.

Si ritorna in aula il 21 febbraio con l’intervento del legale di parte civile che tutela la famiglia della vittima, l’avvocato Paolo Codiglia. Poi toccherà alla difesa.

 

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