Trieste, la villa di Cividin finisce sotto sequestro

Blitz all’alba nella residenza a Roiano dell’imprenditore accusato di evasione fiscale. Provvedimento disposto dal gip
La villa di vicolo delle Rose di proprietà di Donatello Cividin
La villa di vicolo delle Rose di proprietà di Donatello Cividin

TRIESTE È finita sotto sequestro la villa dell’imprenditore Donatello Cividin, già amministratore unico della Cividin Costruzioni, dichiarata fallita poche settimane fa, ed ex presidente dell’Ance regionale. La casa - definita in un comunicato della Guardia di finanza «di pregevole fattura» si trova in vicolo delle Rose 8 a Roiano.

Il blitz è scattato l'altra mattina. Il provvedimento è stato disposto dal gip Luigi Dainotti su richiesta del pm Matteo Tripani. L’accusa per Donatello Cividin è quella di non aver versato l’acconto dell’ Iva relativo all’anno 2013 entro il termine previsto del 27 dicembre 2014. L’evasione fiscale ammonta a 268mila euro. Somma che non sarebbe stata individiata nelle disponibilità di Cividin. Di qui appunto la decisione di attivare il sequestro dell’immobile il cui valore è di gran lunga maggiore rispetto a quello oggetto del provvedimento. In sostanza il pm Tripani ha applicato la legge del cosiddetto “sequestro per equivalente”, norma che fa riferimento ai reati fiscali. Il decreto è andato ad aggredire un bene difficilmente alienabile, come una villa. Il provvedimento - bisogna sottolinearlo - fa esclusivo riferimento però alla somma che di fatto, dopo la notifica, è stata tecnicamente «congelata».

Ieri è stato impossibile mettersi in contatto con l'imprenditore: il suo cellulare è risultato irraggiungibile per tutta la giornata, mentre in ufficio, nella sede di via Romagna, il telefono è squillato a vuoto.

Quanto avvenuto è l’ultima puntata di una sorta di drammatica saga: lo scorso 29 ottobre il Tribunale ha scritto la parola fine sulla lunga storia della Cividin Costruzioni srl. Non è andato a buon fine, insomma, l’ultimo, estremo tentativo di salvataggio dell’impresa che fu di Mario Cividin. Nel maggio scorso l’azienda aveva chiesto infatti l’ammissione al concordato in bianco, esprimendo in via formale la propria volontà di presentare un piano ai creditori. Il giudice Riccardo Merluzzi, all’epoca, aveva dato tempo sino al 30 giugno, nominando commissario l’avvocato Fabrizio Devescovi. Quella strada, però, non ha permesso alla società di uscire dal buio del tunnel in cui era finita, nonostante la proroga poi accordata sino al 29 settembre - su richiesta della Cividin Costruzioni - per la presentazione della documentazione. Nulla da fare, nessun piano. E la conseguente pronuncia del Tribunale, dopo gli ulteriori passaggi obbligati, è stata purtroppo impietosa: fallimento e contestuale indicazione del curatore fallimentare nella persona dell’avvocato Enrico Bran, incaricato di verificare lo stato passivo e di liquidare l’attivo.

Cividin Costruzioni addio. È fallimento
Lasorte Trieste 21/12/10 - Assindustria, Donatello Cividin

Dall’ultimo guaio fiscale Donatello Cividin è uscito a testa alta. Nel novembre del 2013 era stato accusato dal pm Federico Frezza di aver nascosto dolosamente tasse per oltre 2,5 milioni di euro. A pronunciare la sentenza di proscioglimento era stato il giudice Raffaele Morvay che aveva accolto le richieste del difensore, l’ avvocato Giuseppe Campeis. La vicenda aveva riguardato il principato di Parrano i cui passaggi di proprietà erano incappati nella lite tra i figli sull’eredita di Mario Cividin: si tratta di un antichissimo feudo medievale, con il suo borgo perfettamente conservato in provincia di Terni, su cui domina il castello a protezione dei 3.000 acri di territorio incontaminato.

Vi sono conservate testimonianze di interesse storico e archeologico che risalgono all’età paleolitica e del bronzo, sino all’età etrusca e romana. L'indagine era scattata dopo la morte del costruttore avvenuta il 4 aprile 2008. Quando i cinque figli avevano iniziato una vera e propria guerra giudiziaria per la spartizione dell’immensa fortuna. Erano entrati in campo gli esperti dell'Agenzia delle entrate. Avevano scoperto che solo apparentemente la tenuta in Umbria con tanto di castello e residenza storia era di proprietà per il 48 per cento a una fiduciaria olandese. Mentre la famiglia Cividin attraverso la Cividin & Co Spa risultava titolare delle rimanenti quote del 52 per cento. Ma l’antico feudo con il suo borgo arroccato intorno al castello di origine medioevale era, secondo l'Agenzia delle entrate, per intero della famiglia del costruttore Mario Cividin. Al contrario è poi emerso che l’evasione non era mai esistita.

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