Trieste, le superiori diventano “affare” del Comune

Dal primo giorno di aprile la competenza sull’edilizia scolastica delle superiori passa dalla defunta Provincia al Comune. A darne l’annuncio è stato il sindaco Roberto Dipiazza proprio durante la cerimonia di premiazione del laboratorio di giornalismo. Alla notizia è seguita ieri la firma ufficiale dell’intesa tra l’assessore regionale alle Autonomie Paolo Panontin, e lo stesso Dipiazza, in veste di primo cittadino e presidente dell’Uti giuliana.
L’accordo, che sarà ratificato dalla giunta regionale nella seduta odierna, disciplina nel dettaglio tutti gli aspetti del passaggio di funzioni, che riguarda appunto la proprietà dei 18 istituti scolastici superiori già gestiti dalla Provincia e la loro manutenzioni, ordinaria e straordinaria, le necessarie risorse finanziarie, garantite dalla Regione, il personale, i beni, i procedimenti amministrativi, i rapporti giuridici attivi e passivi.
La novità dell’accordo è la decisone di procedere anche a un attento e approfondito esame dello stato degli immobili. Per i futuri lavori ci sono già risorse accantonate dalla stessa Provincia, alle quali si aggiunge l’impegno della Regione a stanziare nuovi finanziamenti. «Con l’intesa per Trieste - ha dichiarato Panontin - si è chiuso un lungo percorso che ci ha visto condividere con le amministrazioni interessate i protocolli che accompagnano le funzioni della gestione dell’edilizia scolastica di secondo grado dalle province alle unioni».
Dipiazza ha affidato ai social i commenti a margine dell'incontro, con un video sulla sua pagina Facebook.
Al Comune arriva quindi una “patata bollente”, che già lo scorso dicembre aveva creato qualche malumore nella giunta, in particolare pensando agli edifici più datati e quindi più bisognosi di interventi.
La stima necessaria, emersa tempo fa da palazzo Galatti, era di 20 milioni di euro per sistemare un patrimonio immobiliare che segna anche stabili risalenti alla fine dell’Ottocento. Il più vecchio è del 1802, situato in via Battisti 27, con le succursali del Deledda e del Galilei.
Leggermente più “giovani” gli spazi che ospitano Carli e Nautico (1877) nonché Carducci (1870). Alcuni edifici sono anche sottoposti a vincolo architettonico. Da parte delle scuole invece, secondo i dirigenti scolastici, il passaggio di competenze non pare comporterà grandi novità. «Per noi semplicemente cambieranno gli interlocutori - dicono da alcuni istituti - ed è probabile che i responsabili degli uffici tecnici saranno sempre gli stessi. Speriamo soltanto - aggiunge qualcuno - che i lavori più urgenti riguardino le scuole molto vecchie, dove sono necessarie in particolare opere che riguardano la messa in sicurezza delle strutture».
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