Trieste Next, l’acqua spiegata da Lundqvist

Acqua, acqua, acqua. WaterWise. Indovinare il tema non è stato troppo difficile. Una “lectio magistralis” interamente scritta sull’acqua. Jan Lundqvist, attualmente Senior Scientific Advisor presso lo Stockholm International Water Institute (Siwi), ha aperto ieri sera in modo poetico la seconda edizione di Trieste Next al ridotto del Teatro Verdi. «Migliaia di persone hanno vissuto senza amore; neanche una senz’acqua» ha premesso citando il poeta inglese W. H. Auden. Una serata liquida. È toccato a Lundqvist, uno maggior esperti mondiali dell’acqua (promotore della World Water Week di Stoccolma), mettere a fuoco (si fa per dire) il valore dell’acqua. “The Value of Water” è il titolo del suo intervento magnificamente introdotto in inglese dal rettore Maurizio Fermeglia. «Nella vita di tutti i giorni, l’acqua viene vista come una benedizione, una fonte di vita, una minaccia o una necessità; niente la può sostituire - racconta il professore svedese -. Non c’è un sostituto per l’acqua: senz’acqua non riusciamo a bere nemmeno una goccia di caffè o di tè. L’acqua è venerata, è usata come un’arma, è maledetta quando ce n’è troppa o quando ce n’è troppo poca». Eppure nessuno ne percepisce fino in fondo il valore. «Se rimanessimo bloccati nel deserto saremmo disposti a pagare qualsiasi cifra per un bicchiere di acqua potabile e fresca e vedremmo i miraggi delle oasi. In generale, però, non siamo disposti a pagare i costi di costruzione di dighe, pompe, tubazioni e impianti di trattamento», spiega Lundqvist. L’economista Adam Smith, citato dal relatore, non a caso sottolineò che le persone sono disposte a spendere una fortuna per i diamanti, che non hanno un gran valore nella vita di tutti i giorni, ma non sono disposti a pagare per l’acqua, che ha un valore d’uso molto alto. «Si tende a dare l’acqua per scontata e ci si aspetta che siano le istituzioni a risolvere il problema in quelle aree dove non c’è acqua». Il diritto all’acqua non è garantito. «Nel mondo, circa 900 milioni di persone non hanno la sicurezza di un bicchiere di acqua potabile al giorno e più di 2,5 miliardi di persone non hanno strutture igienico-sanitarie adeguate» elenca Lundqvist. Ma c’è un’altra equazione che lega l’acqua al cibo e unisce le due prime edizioni di Trieste Next: lo spreco. «Almeno 1.3 miliardi di tonnellate di cibo viene sprecato o gettato a causa dei sistemi di raccolta, trasporto e stoccaggio: si tratta di circa 1/3 del cibo che viene prodotto. Quando si spreca cibo, si spreca acqua» chiarisce Lundqvist per la gioia dell’amico Andrea Segrè, presente alla serata e impegnato da anni sul fronte dello spreco alimentare («L’acqua si mangia, non si beve. Noi siamo fatti di acqua»). L’equazione acqua uguale cibo regala in parte anche la soluzione al problema . «La buona notizia è che si possono ottenere benefici significativi con una catena di fornitura del cibo più efficiente (dalla terra alla tavola) e senza grossi investimenti - conclude Lundqvist -. Si tratta di obiettivi realistici. E soprattutto necessari». Non scialacquare è la parola d’ordine. In ogni caso.
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