A Trieste smartphone in classe ma spenti: «Ragazzi da responsabilizzare»
Anno scolastico al via, cellulari chiusi nello zaino. E ai docenti viene chiesto d’essere d’esempio

Tra il 10 e l’11 settembre tutti gli studenti delle scuole superiori di Trieste rientreranno in classe. Alcuni hanno già cominciato a inizio settimana, per la maggior parte invece c’è stato qualche giorno di vacanza in più. Una ripresa spesso con orari ridotti e con momenti di accoglienza dedicati in particolare ai giovani delle prime, tra incontri conoscitivi con gli insegnanti o visite ad aule e laboratori. Una ripartenza contraddistinta quest’anno da una novità, alla quale i vari istituti si sono dovuti adeguare: niente più cellulare in classe, nemmeno nei momenti di ricreazione.
Con l’avvio del nuovo anno scolastico entra in vigore infatti il divieto degli smartphone a scuola, introdotto dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che obbliga i ragazzi a tenerli spenti. A Trieste, un po’ ovunque, la linea scelta dai presidi è stata quella di responsabilizzare i giovani, senza imporre misure particolarmente restrittive. Il telefonino quindi si può portare a scuola, ma deve restare chiuso nello zaino o nelle tasche. Mai acceso. E in generale non ci saranno controlli o obblighi di depositarlo prima di entrare. Molte scuole a Trieste in realtà ne avevano già vietato l’uso in classe da tempo. E anche i docenti saranno chiamati d’ora in poi, per dare il buon esempio, a non usare mai il dispositivo durante le lezioni.
Sui siti ufficiali dei vari istituti non ci sono al momento indicazioni precise, che però sono state veicolate ai ragazzi attraverso circolari o durante le prime ore di lezione. «Noi non abbiamo problemi perché il divieto è già in uso da tre anni – ricorda il dirigente scolastico di Nautico-Galvani, Francesco Fazari – cioè da quando sono arrivato in questa scuola. Lo possono tenere, ma non usare».
«Noi avevamo già normato l’uso del cellulare nel nostro regolamento di disciplina – ricorda Ariella Bertossi, dirigente scolastica del Da Vinci-Carli-Sandrinelli –. Ora abbiamo ribadito che non si potrà utilizzare e dovrà rimanere negli zaini anche durante le ricreazioni. Preferiamo comunque porre l’attenzione sulle finalità educative della circolare, che puntano a favorire maggiormente il dialogo e a diminuire la dipendenza dalle tecnologie. Ci auguriamo la collaborazione con le famiglie – aggiunge Bertosssi – e che i ragazzi comincino a parlarsi, e a saper gestire di persona, anche con questi provvedimenti, delle relazioni che spesso sono alterate da filtri e da schermi».
La preside del Carducci-Dante, Milena Testa, spiega che «responsabilizzare i ragazzi è fondamentale, dovranno tenere i cellulari negli zaini e potranno usarli solo se autorizzati dai docenti. Non abbiamo mai pensato di farli lasciare direttamente a casa – precisa – anche perché alcuni studenti arrivano da fuori Trieste e magari ne hanno bisogno durante il tragitto».
«Sono ottimista, i ragazzi erano bravi già prima dell’arrivo di questa novità – sottolinea la preside del liceo Galilei, Claudia Virili –: sono convinta quindi che non ci saranno problemi».
Dal Deledda-Fabiani la dirigente Tiziana Napolitano racconta: «Abbiamo mandato una circolare che ricorda il divieto in vigore. Possono conservare il cellulare dove vogliono, di certo non lo ritiriamo, visto che non possiamo farci carico di una responsabilità che non abbiamo. I coordinatori - aggiunge - hanno affrontato il tema in classe con i ragazzi non appena la scuola è iniziata, dal punto di vista educativo, spiegando il perché di questa novità. Va detto che i modelli saranno importanti, quindi anche ai docenti sarà richiesto il non utilizzo dei cellulari, se non per motivi di servizio. E sicuramente non in classe».
Il telefono era già vietato durante la lezione anche al Petrarca: «Ora lo sarà durante tutto il tempo che gli studenti trascorrono a scuola – sottolinea la preside Cesira Militello –: anche qui dovranno restare spenti, negli zaini». In diverse scuole, sulla novità, sono al lavoro gruppi di docenti, che poi valuteranno se adottare anche ulteriori misure o se le disposizioni attuali saranno sufficienti a far rispettare le regole. —
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