Trieste, strage delle girandole, i carabinieri indagano

TRIESTE Ancora vandalismi, la notte scorsa, ai danni dell’installazione di girandole in piazza dell’Unità d’Italia. Frattanto i carabinieri, che conducono le indagini sui per ora ignoti teppisti, hanno richiesto ufficialmente alla Polizia locale di visionare i filmati notturni della telecamera di sorveglianza della piazza della sera tra venerdì e sabato oltre, probabilmente, a quelli delle ore tra sabato e domenica, per individuare i responsabili del danneggiamento del “campo” di girandole allestito nell’ambito dell’evento “BoraMata”. Le allegre palette eoliche sopravvissute la prima notte all’incivile “passaggio” della movida sono state più o meno 60 su 140, ridottesi dopo la seconda nottata a 40.
Con il “vaso” e il “gambo” verdi e col "mulino" rosso, erano state sistemate venerdì stesso, a reticolo sul lato mare, per ruotare insieme sospinte dal vento, in onore della Bora, il simbolo triestino al quale Federico Prandi della Prandicom, con Rino Lombardi curatore del Magazzino dei Venti e l’Associazione culturale Museo della Bora, hanno dedicato nel fine settimana "BoraMata". Un progetto che ha avuto pieno successo, anche nella prospettiva, auspicata dai promotori, di creare un autentico museo dedicato. «Specie i turisti - spiega Brandi - ci hanno dato molta soddisfazione, con molte visite che hanno avuto cali solo nelle ore canoniche. Certo qualche particolare è da affinare, come l’assenza di spiegazioni in inglese, ma appunto per questo abbiamo voluto indicare come “Edizione zero” quella di questo anno. Per il futuro ci organizzeremo ancora meglio». Ha avuto successo la sorta di igloo trasparente in piazza della Borsa, sede della rassegna di cimeli e curiosità legate al tipico vento locale, così come lo spettacolo eolico con le bolle d’aria, o il concorso fotografico: ha registrato 1.700 scatti. Organizzatori e Comune, partner del progetto, sperano che “BoraMata” possa “sospingere” sempre più turisti in città. «Vorremmo - aggiunge Prandi - realizzare anche qualcosa di mobile da utilizzare in chiave di promozione del territorio».
Frattanto è andata bene l’asta benefica delle girandole superstiti. Ne sono rimaste “invedute” solo quattro, che gli stessi organizzatori si sono tenute come cimelio: «In più di uno hanno voluto prenderne anche una manciata alla volta. Tanto meglio per la Fondazione Luchetta Ota D'Angelo Hrovatin, alla quale va il ricavato».
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