«Triplicati in tre anni i minori presi in carico»
La direttrice del Dipartimento delle dipendenze. «Queste sostanze spaventano e seducono allo stesso tempo. Ma chi le usa non va trattato come un mostro»

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«La diffusione della droga tra i giovani è capillare perché attrae e il mercato è redditizio. Ma lo sforzo che ci proponiamo di portare avanti è di non additare i ragazzi come se fossero dei mostri». Roberta Balestra è direttrice del Dipartimento delle dipendenze dell’Asuits. I minori con problemi di abuso di sostanze, in carico ai servizi sanitari, sono triplicati nel giro di tre anni. «Abbiamo intercettato un mondo sommerso».
Dottoressa Balestra cosa sta succedendo tra i ragazzi?
Il fenomeno è sempre più preoccupante, tanto più nelle scuole e nella fascia adolescenziale. I giovani provano le sostanze per svago e per sperimentare, ma il rischio di andare oltre c’è eccome. Infatti abbiamo un servizio dedicato proprio alle dipendenze giovanili che affronta il problema già in termini di malattia. Perché un consumo a rischio, ripetuto, tanto più se di mezzo ci sono importanti fragilità, disagio familiare e scolastico, può diventare una vera e propria dipendenza.
Perché i giovani sono così affascinati dalle sostanze?
Sono attrattive. Spaventano ma seducono allo stesso tempo. E lo sono da sempre, anche perché spesso vengono abbinate alla trasgressione, a fenomeni culturali o a certe mode e icone. D’altronde le sostanze provocano effetti piacevoli, sedativi, danno energia e sono potenti. I ragazzi così si sentono più adeguati e in grado di affrontare certe situazioni. Un ragionamento che va comunque inserito nella psicologia dell’adolescenza. Il nostro sforzo è di non creare nuovi mostri. Questi ragazzi non sono extraterrestri, sono all’interno di un sistema che va spiegato con logiche di mercato e di determinati modelli socio-culturali che peraltro abbiamo prodotto noi adulti. Non possiamo guardarli come se fossero altro da noi.
Quali sono le sostanze più utilizzate dai giovani?
Ci sono quelle di tipo anfetaminico e sedativo, gli oppioidi, gli psicofarmaci tipo il valium e gli ansiolitici. Tutto ciò insieme agli alcolici, assunti singolarmente o in gruppo.
È emerso che anche le scuole sono investite dallo spaccio. Ci sono progetti dedicati?
Gli interventi di prevenzione nelle scuole sono molto attivi, anche se non basta mai. Cerchiamo di approfondire i rischi, ma il fatto è che in famiglia o gli stessi insegnanti spesso trattano il problema come qualcosa da nascondere e stigmatizzare. Ma non è un tabù. Da un lato l’utilizzo delle sostanze è stato da tempo sdoganato dagli adolescenti come un comportamento sperimentativo, dall’altro gli adulti continuano a manifestare una grande difficoltà a entrare in merito a questi temi.
I presidi di alcuni licei hanno addirittura chiamato le forze dell’ordine, condivide la scelta?
Sono interventi estremi. Ricordo che ci sono tantissime scuole superiori che hanno aderito al progetto “Afrodite”, un’iniziativa che mira a promuovere nelle scuole superiori la prevenzione e gli stili di vita sani, anche attraverso il sistema della “peer education” (educazione tra pari, ndr) cioè formare i ragazzi per farli diventare a loro volta operatori di riferimento dei propri coetanei. La nostra logica quindi è inversa: non creare allarme, ma gestire il fenomeno dando strumenti ai minori per essere consumatori critici oppure non consumare proprio nulla.
Il consumo tra i giovani continua a rappresentare quindi un mercato molto redditizio nonostante gli sforzi delle forze dell’ordine e delle istituzioni?
Sì, sempre più. È un mercato capillare. Le sostanze costano meno e si possono reperire facilmente online. Ci sono veri e propri siti specializzati e ci sono farmaci usati come droghe. Mi riferisco ad esempio all’ossicodone, è un analgesico oppiaceo molto utilizzato.
In questi anni avete registrato un incremento di ragazzi assistiti?
Sì, il nostro servizio che si occupa di giovani ha intercettato un mondo sommerso. Direi che in tre anni abbiamo triplicato l’utenza. In “Androna giovani”, lo spazio creato appositamente per gestire questi casi, siamo attorno ai 150 utenti. Sono minori con grossi problemi di dipendenza, con alle spalle segnalazioni da parte del Tribunale, disagio familiare ed espulsioni scolastiche. Tante sono ragazze: mentre tra gli adulti il rapporto maschi-femmine è di 4 a 1, in questo caso è di 2 a 1.
(g.s.)
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