Trovata morta in casa dopo sette anni

MUGGIA. Un cadavere mummificato da almeno sette anni in una casa in pieno centro storico a Muggia. È un macabro rinvenimento da record quello che è stato effettuato casualmente nell’immobile di via Dante Alighieri 36 da parte del personale del Commissariato locale.
La scoperta casuale
Intervenuti per procedere ad un accesso forzoso, come disposto dal Tribunale di Trieste, i poliziotti si sono imbattuti nei resti di una donna, in tenuta invernale, ormai ridotta ad uno scheletro. Sul posto è successivamente intervenuta la Polizia scientifica insieme al medico legale che ha stimato il decesso tra il 2006 ed il 2008, decesso avvenuto «verosimilmente per un’insufficienza cardiocircolatoria terminale», come ha spiegato la Questura di Trieste. Nessun segno di violenza. La salma è stata comunque messa a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
Lo sconcerto tra le calli
Per ore tra le calli muggesane è rimbombata la notizia dell’incredibile scoperta senza che nessuno riuscisse però dare un nome alla donna ritrovata mummificata. Nessuno era a conoscenza di chi abitasse in quel palazzo di quattro piani con le facciate di color verde.
L’identificazione
Dopo varie ricerche, a dare un’identità al cadavere è stata una commerciante muggesana, Martina Colombin, titolare del negozio “L’angolo dei sogni”: «In quella casa viveva da sola Maria Grazia Sasso. Era una cliente del nostro negozio quando ancora stavamo in corso Puccini. Ricordo che abbiamo aperto nel 2004. Poi, dopo qualche tempo, non abbiamo più avuto notizie di lei».
Il ritratto della donna
Colombin traccia un profilo della donna: «All’epoca avrà avuto una settantina d’anni circa. Non tanto alta, piuttosto robusta, capelli lunghi grigi e grandi occhiali colore azzurro-grigi. Era una persona molto riservata. Le piaceva chiacchierare con me, ma quando in negozio arrivavano altre persone, era solita salutare e andarsene via. Spesso mi parlava di una villa con cavalli in Francia. Quando non l’abbiamo più vista, ho pensato che si fosse trasferita altrove».
Il ricordo
Anche la commerciante muggesana Barbara Tonel ricorda la Sasso: «Era una persona gentilissima, anche con me parlava un po’ di più. A volte le abbiamo portato la spesa in casa. Spiace molto sapere che ha fatto una simile fine». In effetti, una volta appurato il numero degli anni che sono trascorsi dalla morte della donna, viene da chiedersi come sia possibile che nessun amico o parente si sia mai interessato negli ultimi sette anni a Maria Grazia.
La richiesta del Tribunale
Il ritrovamento della donna mummificata è stato possibile in seguito a una richiesta da parte del Tribunale del capoluogo, che ha richiesto di procedere ad un accesso forzoso dell’abitazione, una procedura che di norma viene attivata dal giudice su un immobile pignorato. «Quando tanti anni fa andai a trovare Maria Grazia in casa, ricordo che mi disse che il palazzo era di sua proprietà», ricorda ancora la commerciante Colombin.
Il mistero della proprietà
Da altre fonti è emerso che la casa, invece, era stata messa in affitto e che i proprietari del palazzo abitano tutt’oggi a Milano: in questo caso però parrebbe clamoroso il fatto che in tutto questo lasso di tempo i proprietari non si siano manifestati quanto meno per reclamare il compenso dell’affitto. A ogni modo sul campanello esterno dell’abitazione sono indicati altri nomi: nello specifico quelli di Danilo e Emma Vallon, e più sotto, è tracciato con il pennarello il cognome Donini.
Lo sconcerto
In attesa di fare chiarezza su questo aspetto della vicenda, rimane il fatto che a Muggia, in un comune dove tutti conoscono tutti e tutti sanno di tutti, una donna ha dovuto attendere sette anni prima di essere trovata morta nella propria casa. Praticamente per caso.
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