U-blox vende il business cellular all'irlandese Trasna

L’ad di Trasna Stephanie Fund: “Vogliamo investire e sviluppare tecnologia in un campo dalle grandi opportunità di crescita". La sindaca di Sgonico Hrovatin: "Uno scenario di speranza per i 200 lavoratori sul Carso triestino”

L'azienda U-blox di Sgonico Foto Andrea Lasorte
L'azienda U-blox di Sgonico Foto Andrea Lasorte

La soluzione per la crisi della U-blox di Sgonico si chiama Trasna. Così almeno si legge sul sito della società svizzera, che informa della cessione della sua attività nel settore cellulare a un «fornitore globale di tecnologie e servizi avanzati per il posizionamento e la comunicazione wireless». L’irlandese Trasna, appunto.

Crisi U-blox, c’è uno spiraglio: possibile trattativa per la vendita
La sede della U-blox a Sgonico, dove operano quasi 200 lavoratori ad alto tasso di specializzazione, in maggioranza ingegneri

 

SODDISFAZIONE E PRUDENZA

I dipendenti, che hanno ricevuto ieri all’alba una email sull’avvenuto passaggio di proprietà, e i sindacati, che hanno letto sul sito di U-blox i medesimi contenuti, rimangono prudenti. Come pure l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen, che tuttavia anticipa un tavolo programmato venerdì in Regione con il ministero (in collegamento) e le organizzazioni sindacali per un punto della situazione: «Stiamo seguendo il percorso di U-blox, a fronte dell’impegno preso dall’azienda di accompagnare l’uscita dalla crisi e venerdì valuteremo le ulteriori, eventuali informazioni sull’acquirente, che è, naturalmente, questione che riguarda la società». A intervenire è anche la sindaca di Sgonico Monica Hrovatin, che parla di «uno scenario di speranza che finora non c’era e che auspichiamo possa completarsi definitivamente dando certezza di futuro ai lavoratori e alle famiglie. Il Comune – prosegue Hrovatin – è fortemente interessato a collaborare con i soggetti che investono sul territorio e creano valore aggiunto economico e tecnologico. Siamo pronti a dare il contributo che ci compete e a svolgere il nostro ruolo istituzionale a tutti i livelli».

LE DICHIARAZIONI UFFICIALI

Stando ai contenuti che arrivano dalla Svizzera, sembrano non esserci comunque dubbi sulla via d’uscita per un’azienda in cui operano quasi 200 lavoratori ad alto tasso di specializzazione, per la maggior parte ingegneri, attivi non nella produzione ma in ricerca&sviluppo: lavoratori per i quali lo scorso mese U-blox aveva annunciato l’avvio dei licenziamenti dopo la decisione di chiudere lo stabilimento, conseguenza della dismissione del ramo internazionale della telefonia cellulare. Ora, nessun condizionale: solo certezze sulla firma di un accordo per una transazione che si dovrebbe concludere nel secondo trimestre 2025, «subordinatamente alle consuete condizioni di chiusura». Non mancano le dichiarazioni dei Ceo. «Siamo lieti di aver raggiunto questo accordo con Trasna – sono le parole di Stephan Zizala (U-blox) –, che ci consente di concentrarci ulteriormente sul nostro core business garantendo al contempo un futuro promettente per l’unità del business cellulare. Siamo fiduciosi che, sotto la guida di Trasna, questa attività avrà successo, e siamo felici che il nostro talentuoso team cellulare abbia l’opportunità di continuare a innovare». «Questa acquisizione – aggiunge Stéphane Fund (Trasna) – è una tappa fondamentale per Trasna, permettendoci di espandere le nostre competenze nella tecnologia cellulare. Vediamo un enorme potenziale nel costruire su solide basi grazie all’acquisizione del portafoglio di moduli cellulari di U-blox e del suo team. Siamo impegnati a investire nell’innovazione e a fornire soluzioni all’avanguardia ai nostri clienti. Siamo entusiasti di accogliere il talentuoso team cellulare e di lavorare insieme per far crescere l’azienda».

LE CIFRE

Nel comunicato non viene precisato l’importo della cessione, ma si fa sapere che, confermato da parte di U-blox «l’onere di ristrutturazione non monetario precedentemente comunicato di 39 milioni di franchi svizzera», a seguito di questa transazione «i costi di ristrutturazione e transazione saranno ridotti a circa 4 milioni, rispetto ai 26 milioni comunicati in precedenza».

È ancora U-blox a rendere note le previsioni per il primo trimestre 2025 «con un fatturato previsto tra 65 e 75 milioni di franchi svizzeri» e un margine Ebit rettificato (il risultato operativo prima della deduzione degli oneri finanziari e delle imposte) «compreso tra –12% e –2%, riflettendo una graduale ripresa dell’attività».

IL SINDACATO

I posti di lavoro? Non se ne parla. Di qui la «cautela» raccomandata pure da Antonio Rodà, segretario della Uilm Uil. «Sapevamo esserci trattative in corso – commenta – ma andremo a verificare nel primo incontro utile che si vada nella direzione della tutela dell’occupazione e del salvataggio del know-how. La Trasna? Non ne avevamo sentito parlare, cercheremo di appurarne le reali intenzioni».

Soddisfatti, con prudenza, anche i colleghi Alessandro Gavagnin della Fim Cisl e Antonio Silvestri della Fiom Cgil. «Siamo contenti che si apra una prospettiva di risoluzione della crisi in breve tempo – commenta Gavagnin –, ma ci mancano ancora tutti i dettagli sulla possibile acquisizione: che cosa si andrà a fare, con quali investimenti e che ne sarà dei lavoratori». Sulla stessa linea Silvestri: «Siamo davanti a una notizia positiva per l’intera città, vista la fase che stiamo attraversando. Resta ovviamente da capire il piano industriale della nuova realtà e le conseguenze sull’occupazione». Per Paolo Giachin, Rsu Usb della U-blox, questa «è indubbiamente la migliore notizia degli ultimi sei mesi, anche se andranno trovate conferme sull’acquisizione e garanzie sui posti di lavoro».

L’ASSEMBLEA ADRIATRONICS

Gli stessi Rodà, Gavagnin e Silvestri, con Enzo Esposito dell’Ugl, informano intanto che domani, dalle 10.30 alle 11.30, è convocata un’assemblea dei lavoratori davanti ai cancelli di Adriatronics, la nuova insegna della Flex di Trieste dopo la cessione al fondo tedesco FairCap, il cui piano industriale è stato giudicato «irricevibile» dal ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso. —

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