Udine: Fontanini conquista la Provincia

Passa al primo turno il candidato leghista: «La gente vuole ripartire dal centrodestra»
UDINE
Nessuna emozione, tutto molto chiaro fin dall’inizio. Anche questa volta, come già nel 2001 e nel 2006, il centrodestra non ha avuto bisogno del ballottaggio per conquistare la Provincia di Udine. Pietro Fontanini, il candidato della Lega Nord, ha rispettato il pronostico e battuto nettamente il rivale del centrosinistra, l’imprenditore Diego Travan. A poche decine di sezioni da rilevare, poco prima di mezzanotte, il vantaggio era incolmabile (55,3%-39,2%) ed era anche nettamente superato il 50% che consente di evitare il secondo turno. Un segnale, al di là dei numeri, lo dà anche Manuela Dal Lago, il commissario regionale del partito, che arriva a Udine per seguire la vicenda attorno alle cinque e mezza e alle otto meno un quarto, in tutta serenità, se ne ritorna a Vicenza: «Ormai era tutto chiaro».


La Dal Lago, che in Fontanini ha creduto sin dal primo momento, esulta: «I cittadini della provincia di Udine hanno scelto il miglior presidente possibile. Fontanini è una persona seria, capace, motivata, un vero “furlano”, farà benissimo, lavorerà col cuore, con l’anima, con l’intelligenza. Sono davvero molto soddisfatta». Lui, pacato, la prende con calma. «Sono in vantaggio, ma vediamo come finisce», commenta all’ora di cena, quando i giochi sembrano già fatti. Ma alle undici, con un vantaggio non più rimontabile, l’ex parlamentare leghista, non può più dribblare: «Sì, ho vinto». «È un gran bel risultato – rileva –, in linea con quello che è stato l'esito delle elezioni politiche, soprattutto per il mio partito che è stato determinante per il successo di Silvio Berlusconi. Dal punto di vista locale è arrivata la conferma che la gente ha dimenticato Marzio Strassoldo e tutte le polemiche che lo hanno coinvolto e vuole adesso ripartire con una Provincia sempre in mano al centrodestra. Da parte mia – prosegue Fontanini – c’è la responsabilità di dover riqualificare un ente che è nell’occhio del ciclone viste le tante dichiarazioni anti-Provincia, organismo considerato inutile. Cercherò di dimostrare che non è così». Timori? Dubbi su una vittoria poi risultata così netta? «No, non ho mai avuto paura di perdere.


Certo è che mi sarebbe seccato andare al ballottaggio, un rischio da evitare dato che, al secondo turno, la gente è sempre più distratta». Al ballottaggio, invece, Travan non arriva nemmeno vicino. «È stata comunque una bella esperienza – dice il candidato pescato all’ultimo minuto dal cilindro del centrosinistra udinese – ed è una sconfitta che accetto. Pentito? No, non lo sono. Sapevo che sarebbe stata una sfida ai limiti dell’impossibile ma l’ho accettata e sono pronto a fare la mia parte in consiglio provinciale. Sono anche consapevole che, in una situazione come quella vissuta in questi due giorni, nemmeno Batman avrebbe battuto Fontanini». Non ha aiutato la voglia di rimonta di Travan il risultato negativo degli altri tre candidati. Di Strassoldo in particolare, che viaggia attorno al 2%, come Ernesto Pezzetta de La Destra, mentre Luca Battista della Fiamma Tricolore supera di poco l’1%. «Strassoldo pescava nel mio elettorato – osserva Fontanini –, pensavo in un suo miglior risultato».


Il risultato di Fontanini è in linea con il dominio del centrodestra alle precedenti provinciali. Migliore dello Strassoldo 2001, appena sotto a quello del 2006. Per il leghista è una rivincita dopo l’esclusione dalle posizioni blindate in lista alle politiche di due anni fa e l’espulsione dal partito, poi rientrata, chiesta e ottenuta dal segretario Marco Pottino, poi transitato in Forza Italia. Il periodo più velenoso del Carroccio friulano. Quello in cui lo scontro interno Guerra-Fontanini squassò il partito, messo in mano di recente alla Dal Lago. Le cose sono cambiate in fretta. Il commissario ha ridotto gli attriti, Milano ha escluso la Guerra, la Guerra ha prima detto addio e poi aperto la porta a Riccardo Illy, pochi giorni fa. In un amen, a urne aperte, tutto è mutato. La Guerra non c’è più, Illy nemmeno. E Fontanini, senza avversari, entra a Palazzo Belgrado. Da presidente.

Marco Ballico

Riproduzione riservata © Il Piccolo