«Umiliare la povertà è incivile e disumano Trieste non merita di essere svilita così»

Trucco
L’uso furbo dei brand
“ordine e pulizia”
Anni fa un angolo di largo Promontorio era occupato da un barbone che vi aveva messo dimora. Ogni tanto arrivavano i parenti, veniva lavato, sbarbato, cambiato con vestiti puliti, nutrito. Il giorno dopo era di nuovo lì, caldo o freddo, e così per anni.
Il politico Polidori con la sua azione non ha fatto un atto di eroismo. Ha lottato contro una persona disadattata che ha bisogno di aiuto diverso da grotteschi blitz. Il problema esiste, va risolto ma usando il buon senso che dovrebbe guidare il saggio governante.
Comunque nello spirito di collaborazione sono disponibile a fargli da Cicerone in alcune zone trasformate in letamai dall’incuria dei cittadini.
E perché non portare le forze migliori in alcune zone dove bivacchi di maleducati lasciano le vetture in doppia fila, occupano i marciapiedi bevendo birre? Vigili urbani? Oscuro oggetto di desiderio.
Missing in action? Multe elevate? Intanto gli autobus vanno a zig zag, il traffico è in tilt.
Ordine e pulizia sono brand che si usano quando non si hanno idee a lungo termine, manca la programmazione, ma portano voti, tranquillizzano la borghesia placida di piazza dell’Unita’.
Intanto Trieste ha bisogno di investimenti, politici che non pensino ai prossimi venti minuti, ma ai successivi 20 anni. Non si governa una città o una nazione con i social o sms, non vorrei deludere ma i post non fanno giurisprudenza e nemmeno Pil.
Fulvio Zonta
Ipocrisia
Non è così che si salva
l’immagine della città
Le coperte dei senza tetto gettate nei cassonetti - un gesto di difesa del decoro si dice - cosi l'immagine della città è salva.
L’immagine infatti viene prima di tutto nel nostro mondo dipinto.
L'immagine ci rassicura.
Questa “immagine”, ostentata dappertutto, riesce anche a nascondere le nostre coscienze, che più non si riconoscono negli altri esseri umani, che si sono abituate a vivere nella distanza, che più non si indignano.
La vita dei poveri non è un'immagine degna del nostro mondo percepito, così, nascosta nei cassonetti, ci fa tirare un sospiro di sollievo, e ci culla dentro un paesaggio desolato, amputato dalla pietà.
Elena Blancato
Consigli
Dimissioni
e colpi di ramazza
Ho saputo dell’eroica impresa dell’attuale (mi auguro, sinceramente, ancora per poco) vicesindaco. Nobile comportamento accanirsi contro chi è debole e indifeso. Personalmente, giudico il gesto di Polidori miserabile, cioè degno di commiserazione, e penoso, cioè atto a suscitare pena e cristiana pietà. Termini che non vogliono esprimere oltraggio, ma empatia, anche se Polidori certamente non immagina neanche cosa ciò significhi. Come triestino, ancora, mi vergogno che a rappresentare la mia amata città siano simili inqualificabili personaggi. E invito Polidori, se proprio ci tiene a vedere una Trieste pulita, a prendere una bella ramazza e contribuire fattivamente a renderla tale, eliminando però l’immondizia, non i poveri stracci di un mendicante mentre la temperatura è prossima allo zero! Aspetto ora fiducioso, se ha un minimo di dignità e di coraggio, le sue doverose e immediate dimissioni, anche se dubito che le rassegnerà, dato che per una certa parte di elettorato (attualmente, sembra, la maggioranza), la popolarità di alcuni politici è direttamente proporzionale alla loro, diciamo così, “disinvoltura” ( Salvini docet ).
Roberto Sircelli
La rete
Quell’entusiasmo
esibito sui social
Sarà ben fiero il vicesindaco Polidori di essere finito sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani! La sua ultima sceneggiata mi ha particolarmente colpita, sia per il “coraggio” dimostrato dallo stesso nell'accanirsi su una persona in palese difficoltà, e per giunta approfittando della sua momentanea assenza, sia per l'entusiasmo dimostrato nella condivisione sui social di tale azione.
E questo sarebbe un rappresentante delle istituzioni?Auspico che il sindaco abbia uno scatto d’orgoglio, rivendichi il suo ruolo e dia una dimostrazione non solo a parole di quanto creda nei valori cristiani, anche in quelli non facilmente ostentabili.
Tiziana Meula
Il furto
Reati, denunce
e arresto
Un mio cugino mi scrive: «Ma a Trieste c'è un giudice?». Gettare nel cassonetto le coperte altrui, non è rapina e violenza privata, con l'aggravante di azione contro persona incapace? Perchè non si procede all’arresto?
Ugo Pierri
Il confronto
Emergenza freddo
e risposte dei Comuni
A Roma fa raramente freddo, di solito con la tramontana. Ma per quel che ricordo è da decenni che il Comune attua il “piano emergenza freddo” disponendo rifugi coperti per i numerosi senzatetto. Ne sa qualcosa la dottoressa triestina che l'ha coordinato per più di un inverno. Il piano è stato predisposto da diversi sindaci, dal comunista Petroselli al fascista Alemanno.
A Trieste invece il vicesindaco Polidori raccoglie coperte, vestiti, stracci di clochard per buttarli nelle immondizie. Aggiungendo di essersi lavato le mani dopo averli toccati. Il fascioleghista Polidori non è razzista, come molti pensano. Infatti odia i poveri, siano essi italiani o stranieri. Se fosse cristiano dovrebbe ricordarsi delle parole di Gesù sul fatto che ogni ingiustizia fatta ai più deboli ed indifesi è come se fosse stata fatta a lui stesso e ne trarrà le debite conseguenze.
Non credo capirà. Invece il sindaco Dipiazza dovrebbe capire che il suo vice lo sta danneggiando e che è nel suo interesse cacciarlo dalla giunta. Altrimenti dimostrerà di essere suo complice.
Stojan Spetic
L’analisi
Valori distorti
e confusione mentale
Mi sono espresso in altre occasioni, quando alcuni personaggi che ricoprono cariche politiche in questa città hanno agito in modo discutibile e di propria iniziativa nonostante il ruolo che ricoprono, come nel caso della rimozione della scritta che chiedeva verità e giustizia per Giulio Regeni, verità e giustizia che, lentamente e faticosamente, forse stanno emergendo grazie al sostegno di coloro che hanno eretto quella scritta, e non rimossa. Ora torno a scrivere del vicesindaco che butta via delle coperte di un senzatetto, lo scrive sui social e giustifica la cosa con la sua idea di città pulita. È semplice l’interpretazione di una simile azione, e diretto è il senso che essa suscita, ovvero disgusto. Molti cittadini lavorano ogni giorno operosamente e civilmente nella nostra società, e vorrebbero che tale operosità e civiltà venisse espressa anche dalle massime cariche politiche. Per il resto, questo gesto indica per colui che lo ha attuato aberranti valori morali, confusione mentale manifesta nella sua comunicazione, e certamente inadeguatezza ed inaffidabilità per il ruolo che ricopre.
Sono sicuro che molte persone di questa città e nazione desidererebbero non vedere mai più queste cose, e tornare ad avere fiducia in amministratori che non attuano violenze e soprusi verso i più deboli, ma si occupano di essi, come per tutti, con procedure razionali e condotte appropriate.
Carlo Baccigalupi
La condanna
Un odioso atto
di violenza gratuita
Penso che l'assessore e vicesindaco abbia fatto bene a gettare degli abiti presumibilmente laceri e sporchi purchè abbia provveduto a sostituirli con abiti almeno puliti se non nuovi. In caso diverso avrebbe compiuto un indegno atto di inciviltà e gratuita violenza, definibile come svestire anziché vestire gli ignudi, come indicato da una delle opere di misericordia corporale.
Franco Richetti
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