«Un appello all’Authority senza risposta»

«È bene segnalare - mette in rilievo l’ex direttore di Adriafer Luigi Braida - che il 3 aprile 2013 venne inviata una lettera alla presidente dell’Autorità portuale con la quale veniva ribadita l’importanza del servizio di manovra ferroviario, essenziale per lo sviluppo dei traffici del Porto di Trieste. A tal fine i sottoscrittori del documento avanzavano l’ipotesi per Adriafer di trasformarsi in “impresa di manovra autorizzata” per poter così dispiegarsi operativamente in tutti gli ambiti dello scalo fornendo un servizio anche sull’asse ferroviario retroportuale da Campo Marzio ad Aquilinia. I firmatari della lettera in questione furono: l’Associazione degli spedizionieri Astra, Genoa metal terminal (Adriaterminal), Europa mulltipurpose terminal - (Parisi-Molo Sesto), General cargo terminals (Scalo legnami), InRail spa, Rail cargo Italia srl , Rail traction company spa, Terminal frutta Trieste srl, Trieste marine terminal (Molo Settimo). In proposito l’Authority - riferisce Braida - non fornì alcuna risposta».
Attualmente Adriafer continua a svolgere la manovra in ambito portuale, assicurando dal mese di luglio 2013, previa assunzione di nuove unità lavorative, anche i servizi notturni ai terminalisti. La proiezione dell’attività di manovra per l’anno 2013 fornisce un risultato molto positivo con una previsione di movimentazione pari a 67mila vagoni, quindi con un incremento di crescita del traffico raffrontato tra l’anno 2003 - minimo storico- e il 2013 del 444%. «In una certa misura questo stallo - specifica Braida - è probabilmente attribuibile alla visione tecnica dell’ingegner Moretti (ad di Ferrovie dello Stato, ndr,) sicuramente difforme dalle richieste avanzate dall’Authority e dagli operatori portuali. Ma per uno sviluppo dei traffici intermodali non è sufficiente disporre di una società di manovra ma assume importanza fondamentale anche la riconversione infrastrutturale e gestionale del parco ferroviario portuale nel suo complesso. I passaggi da affrontare - conclude Braida - sono sostanzialmente due: uno di carattere gestionale che dovrebbe per l’appunto risolvere l’annoso problema della manovra ora gestita su due fronti: quello esterno nello scalo di Campo Marzio e quello interno nell’ambito del parco di smistamento portuale; l’altro di carattere strutturale in quanto il parco ferroviario alle spalle del Punto Franco Nuovo riflette le dimensioni e un’articolazione funzionale sostanzialmente legate al sistema del traffico ferroviario diffuso ormai superato». (s.m.)
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