Un Museo dei cantieri a Porto San Rocco

Decolle lancia l’idea e indica la sede nell’area del marina. Via libera dal direttore della struttura: «Proposta condivisibile»
Di Riccardo Tosques
Silvano Trieste 27/03/09 Porto San Rocco, Vela & Vela
Silvano Trieste 27/03/09 Porto San Rocco, Vela & Vela

MUGGIA. Un Museo della cantieristica navale di Muggia. È la suggestiva proposta avanzata dall'assessore alla Promozione della città, Stefano Decolle, in una missiva inviata al direttore del marina di Porto San Rocco Roberto Sponza. «Bisogna ricostruire la memoria cantieristica della città», spiega Decolle. «Idea è buona e condivisibile: incontriamoci», la replica di Sponza.

Una questione di “memoria”, dunque. Decolle racconta il progetto, già proposto cinque anni or sono, anche alla luce dell'operato del direttore del marina di Porto San Rocco. «Sono convinto dell’ottimo lavoro che Sponza sta facendo da 15 anni a questa parte per tenere la barra dritta e mettere le vele giuste sull’esperienza del marina. Sono d’accordo con lui quando dice che le traversie attraversate in questi tempi avrebbero già fatto passare la voglia di continuare a più di qualcuno; invece la sua tempra testarda lo fa continuare con la speranza dei tempi migliori, e questi tempi dobbiamo un po’ costruirceli e non solo aspettare che il vento cambi». Da qui la presa di coscienza di Decolle che purtroppo «Muggia ha una difficoltà a fare memoria, continua a richiamare le tradizioni però vive in una costante rincorsa ad un domani, dimenticando quello che essa era ieri. Far memoria è significativo per tutte le comunità ed oggi, con tutte le innovazioni tecnologiche, diventa un’esperienza anche per il turista che va sempre più alla ricerca di emozioni e di scoprire dove si trova».

L'area dove sorge il marina di Porto San Rocco è una parte fondante della comunità rivierasca, è il luogo dove nel lontano 1857 Georg Strudthoff impiantò un cantiere navale, punto di forza per la costruzione ed il rimessaggio di varie navi della flotta mercantile e da guerra dell’impero Asburgico. «Ricordo che, nei giorni in cui si iniziavano i lavori della costruzione del marina, una mia concittadina mi ammonì sul non dimenticare quel luogo di lavoro, mi disse che lì dentro la fregata Novara dell’Imperial-regia Marina, la fatal Novara che riportò in Europa le spoglie dell’Imperatore Massimiliano del Messico, fu oggetto di un ammodernamento tecnico mai avvenuto prima», ricorda Decolle. Fu sezionata e le fu installato un motore a vapore, trasformandola in fregata ad elica. Ma la storia muggesana affonda le sue radici nel cantiere San Rocco, nel cantier Felszegi prima ed Alto Adriatico dopo, nel cantier Martinuzzi, nel cantier Matassi, senza dimenticare le officine e gli squeri che avevano fatto di Muggia una città all’avanguardia nella cantieristica navale. «Mi pare importante anche ricordare che in quei luoghi di lavoro si forgiò la tempra ed il carattere operaistico dei muggesani che seppero e sanno sempre essere capaci di testarda volontà di ripartire e non arrendersi», aggiunge Decolle.

Da qui la proposta a Sponza: «Non lasciamo che questa memoria vada persa, nelle cantine ci sono ancora gli strumenti usati dai carpentieri, dai tornitori, dai calafatti, dai falegnami e da tutte le altre maestranza capaci di costruir una nave. Ci sono sicuramente ancora dei progetti, delle fotografie, dei modellini di nave, soprattutto ci sono ancora le memorie vive di chi in quei luoghi lavorava. Abbastanza per impostare un primo Museo della Cantieristica di Muggia». Un museo visto in chiave turistica oltre che di ricostruzione del passato muggesano.

L'idea di Decolle, come detto, è stata accolta favorevolmente da Sponza: «È una idea buona e condivisibile. Fisserò un incontro assieme all'assessore Decolle e ne discuteremo. Bisogna capire ovviamente quanto spazio necessiterebbe una simile struttura, ma sono ottimista».

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