A Telethon 2025 l’ateneo di Trieste schiera 15 squadre. E Andrea corre 116 chilometri in 24 ore
La prestazione del fisico ventiseienne monitorata da un team di studio. I dati forniranno indicazioni su come attività estreme incidono sul corpo

Di corsa per la ricerca. Alla lettera. L’Università di Trieste si è presentata alla ventisettesima edizione della staffetta Telethon “24 per un’ora” di Udine con 15 squadre, a cui si è aggiunto un singolo atleta che ha corso per tutte le 24 ore, venendo monitorato da un gruppo di studio del Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e della salute che si occupa di Fisiologia dell’esercizio e di Medicina dello sport.

Tra iscritti e addetti alla logistica, nel complesso l’ateneo giuliano ha schierato circa 400 persone in rappresentanza di otto dipartimenti. L’appello a partecipare per sostenere la ricerca scientifica lanciato dalla rettrice Donata Vianelli è stato dunque raccolto, ma è stato anche rilanciato grazie al lavoro del team di Clinical Applied Physiology and Kinesiology coordinato dal docente Alex Buoite Stella. Con il supporto degli studenti di medicina Andrea Fabi e Leondardo Zorzi, il monitoraggio del sonno e del ciclo circadiano del ricercatore di Fisica Andrea Fontanive è iniziato ben prima della prestazione vera e propria e la raccolta dei dati proseguirà fino a giovedì. La mole di informazioni poi dovrà essere analizzata per capire come un’attività estrema, come quella effettuata tra sabato e domenica, incida sulla fisiologia umana e sui cicli di sonno e veglia.

Nell’arco delle 24 ore, il 26enne di Campoformido ha percorso 116 chilometri, ma il suo obiettivo erano i 160. «Ho corso fino al cinquantesimo chilometro, poi ho fatto qualche pausa per il bagno e per alimentarmi, quindi fino al sessantesimo chilometro ho alternato corsa e camminata. L’asfalto mette a dura prova le giunture così, a quel punto, mi sono accorto di un’infiammazione al ginocchio e ho continuato camminando, ma visto l’allenamento che avevo fatto, mi sarebbe piaciuto fare molto di più», racconta Fontanive, già ribattezzato “Il fisico bestiale”.
Tra i dati raccolti c’è stata anche la registrazione della temperatura corporea interna attraverso una pillola telemetrica che ogni due minuti inviava una misurazione. «È un dato innovativo che non hanno molti in Italia», ricorda Buoite Stella che poi precisa. «Telethon è una manifestazione particolare, non tanto per la distanza da ultramaratona, quanto per la durata e per il circuito completamente cittadino. Quando abbiamo saputo della partecipazione di Andrea, abbiamo provato a studiare un caso estremo e, allo stesso tempo, creare una comunità tra studenti».
In attesa che vengano raccolti anche gli ultimi dati post-gara, qualche informazione è già disponibile. Intanto dall’inizio alla fine della prestazione, il peso è diminuito di circa tre chilogrammi a fronte di un’idratazione che è stata considerata corretta. Poi la temperatura si è mantenuta sempre intorno ai 38°C. Prima del via era di 37,02°C. «I dati della temperatura ci dicono che nonostante le temperature notturne non c’è stato un raffreddamento del corpo - spiega il docente -. Più in generale, dalle prime indicazioni sappiamo che non si è nemmeno surriscaldato. Nonostante fosse la prima volta che affrontava una sfida simile, Andrea ha mantenuto parametri regolari e questo è indice di una buona gestione delle energie. Non c’è stata infatti una grande variazione dei parametri. Dopo 8-10 ore si vede un rallentamento causato dai problemi al ginocchio, ma in generale è stato molto regolare nonostante lo sforzo sia stato molto importante». «Ora - conclude Buoite Stella - attendiamo di vedere i dati del sonno, se cioè tra prima e dopo la prestazione c’è stata una variazione o meno». —
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