Uno studentato bis in via Gozzi a Trieste a cura della Fondazione CrT

Progetto per dodici stanze singole, cucina, lavanderia e spazi comuni.

Un impegno per 2 milioni. Al termine dei lavori l’immobile sarà locato all’Ardis

Massimo Greco
L’edificio in via Gozzi che ospiterà lo studentato. Foto Silvano
L’edificio in via Gozzi che ospiterà lo studentato. Foto Silvano

TRIESTE Quei quattro livelli, in fondo a via Gaspare Gozzi al civico 7, hanno finalmente trovato una loro ragion d’essere: diventeranno uno studentato, proprio di fianco a una grande, analoga struttura inaugurata nel 2014 e dedicata ai giovani universitari al civico 5, un tempo pubblico dormitorio.

La proprietaria Fondazione CrTrieste, d’intesa con la Regione Fvg e con Ardis (ex Erdisu) suo braccio operativo nel settore, ha ripreso i lavori di riqualificazione che erano stati fermati nel 2017.

Il progetto dell’architetto Dario Piatelli prevede che dall’ammezzato e dai tre piani saltino fuori 12 camere singole, corredate da cucina, lavanderia, spazi comuni. L’edificio, risalente alla fine dell’Ottocento e vincolato dalla Soprintendenza, ha una superficie complessiva di 500 metri quadrati, ai quali ne vanno aggiunti altri 110 di giardino interno.

La Fondazione impegnerà nella ristrutturazione dello stabile 2 milioni di euro, l’impresa incaricata è la triestina Ruini. Una curiosità: una volta concluso il recupero nella primavera del 2024, l’edificio sarà locato all’Ardis, lo stesso ente (sia pure con denominazione diversa) dal quale la Fondazione l’aveva acquistato nel 2015 per 163.000 euro.

Quando via Cassa di risparmio effettuò l’acquisizione, l’immobile di via Gozzi avrebbe dovuto avere un’altra destinazione, cioè era previsto che diventasse un dormitorio per persone senza fissa dimora. Era stato il Comune, allora guidato da Roberto Cosolini, a chiedere l’intervento della Fondazione al riguardo.

Ma nel 2016 rivinse Roberto Dipiazza e la linea del Municipio cambiò. Si pensò dapprima a riconvertirla in accoglienza per coniugi separati, poi anche questo esito evaporò, cosicché la Fondazione decise di fermare il cantiere. Che invece, alla luce della nuova prospettiva studentesca, si è rimesso in moto il 24 maggio, giornata cara alla Patria.

Per la Fondazione si tratta di un ritorno, quand’anche in scala minore, in un ambito già esplorato: ricordiamo infatti la trasformazione dell’ex Ospedale militare in struttura vocata a ospitare studenti, inaugurata nel 2015. Trasformazione disegnata dall’architetto fiorentino Marco Casamonti, lo stesso professionista che ha lavorato sull’ex Magazzino vini. Sempre sul fronte edile, ci sarà un nuovo round a favore del patrimonio immobiliare Caccia Burlo, mentre non ci sono novità per l’ex Pescheria, dove pareva che il Comune fosse interessato a un allestimento tipo “vetrina hitech” a tutta nazione.

Una stagione operosa per l’ente “persona giuridica privata senza fine di lucro”, che oltre ad aver ripreso la direttrice edil-universitaria, ha lanciato due bandi distinti per contrastare la povertà e la fragilità sociale. Una nota, diffusa ieri mattina, spiega gli obiettivi della Fondazione, che nel voler affrontare queste forme di disagio, stanzia 500.000 euro. Al bando sulla povertà ne andranno 350.000, a quello sulla fragilità sociale 150.000.

I soggetti interessati hanno tempo fino al mezzogiorno di giovedì 31 agosto per inoltrare le domande: coinvolte le realtà afferenti al cosiddetto “terzo settore”, quindi volontariato, promozione sociale, enti filantropici, imprese sociali coop comprese, reti associative, società di mutuo soccorso ecc. Può essere trasmessa una sola istanza per tipologia di bando, redatta sul modello reperibile nel sito della Fondazione. I soggetti proponenti debbono operare nel territorio provinciale di Trieste.

I due bandi fanno esplicito riferimento all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, che venne sottoscritta nel 2015 dai 193 Paesi membri delle Nazioni unite. L’Agenda presenta a sua volta 17 obiettivi. Il bando anti-povertà si concentra sui primi due, relativi alla sconfitta dell’indigenza e della fame. Più articolato il secondo bando ispirato a salute e benessere, istruzione, parità di genere, lavoro dignitoso e crescita economica, riduzione delle diseguaglianze: priorità il disagio giovanile, la tutela dell’infanzia, l’assistenza agli anziani e ai disabili.

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