Raid in Barriera Vecchia: indagini della Digos sui vandali con lo spray

Nel mirino palazzi, saracinesche e il mercato vecchio del rione triestino

Gianpaolo Sarti
Sopra la scritta sulla facciata del mercato coperto
Sopra la scritta sulla facciata del mercato coperto

Non è un’unica mano ad aver agito. Se c’è un punto fermo, al momento, è questo: a Trieste, tanto in centro quanto in periferia, ci sono più individui in azione. Ne è certa la Polizia che sta ora indagando sulle numerose scritte comparse in questi ultimi giorni, qua e là, sui muri dei palazzi e sulle serrande dei negozi, dei locali e dei garage.

Alcune hanno una connotazione per così dire “politica” e riportano frasi come “Free Palestine”, ma non è ancora chiaro se sono riconducibili a un movimento specifico. Altre sono parole singole, soprattutto “Antifa”.

La Digos è stata messa al corrente. In questi casi sono stati utilizzati gli spray nero e rosso. Ci sono poi veri e propri murales, a colore variabile, che coprono intere pareti. Anche su questi sono in corso accertamenti. La Polizia di Stato sta visionando le telecamere.

L’ultimo raid vandalico risale a pochi giorni fa e ha preso di mira in particolare la zona di largo Barriera e la vie limitrofe. Ai residenti di via Massimo D’Azeglio e a chi abita nei paraggi, ad esempio, non sarà sfuggito il graffito a caratteri cubitali che ha lordato quasi tutto il muretto del cortile della scuola elementare “Anita Pittoni” di via Vasari. Per un’operazione del genere, come si può immaginare, serve tempo. L’autore deve essersi dunque posizionato di notte, nascondendosi tre le auto posteggiate lungo la strada e che in qualche modo lo devono aver riparato da occhi indiscreti.

Ma in quel perimetro sono apparse anche altre scritte più o meno grandi. È il caso di via Cavalli: su una serranda si legge “Antifa”. Su altri muri vicini “Sbirri e fasci mercenari”, forse lì da tempo. L’ex sede del centro tumori, situata di fronte alla serranda vandalizzata, è ricoperta da altri scarabocchi di vario genere che, come è evidente, nulla hanno a che fare con la street art.

Sempre in zona, pochi giorni fa, era stato imbrattato pure l’esterno della nuova enoteca “L’angolo di Rocco” di via Tarabochia; è l’ex macelleria appartenuta in passato alla famiglia del Paròn, di recente riqualificata dall’imprenditore Vincenzo Settimo, direttore generale di Edilimpianti, e inaugurata a maggio: «Alerta» e «Antifa», questo si leggeva. Le scritte sono già state rimosse e i muri ripuliti. Devono essere state tracciate presumibilmente nella notte tra il 6 e il 7 novembre, analogamente alle altre simili che compaiono nel quartiere.

E proprio nelle vicinanze, in via Vidali, è ora visibile un lungo murales che percorre buona parte della parete laterale della Eurospar di largo Barriere.

Ma i teppisti si sono accaniti anche sul mercato coperto con molteplici scritte, di cui una piuttosto grande, in turchese, che va ad aggiungersi alle molte altre che circondano l’intera storica struttura. Anche su queste scritte ci sono accertamenti investigativi. —

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