Via piante e panchine, smantellato l’orto urbano allestito in Cittavecchia

L’assessore Giorgi assicura che il Comune non ha nulla a che vedere con l’operazione. Si presume che il blitz sia stato ordinato dai proprietari dell’area
Lasorte Trieste 30/04/19 - Via Crosada, Urban, Area Abbandonata
Lasorte Trieste 30/04/19 - Via Crosada, Urban, Area Abbandonata

TRIESTE L’orto urbano, di recente allestito in Cittavecchia da un gruppo di giovani, ieri è stato smantellato da una ditta specializzata. A commissionare i lavori è stato evidentemente il proprietario dell’area.

Stiamo parlando di quel fazzoletto di terra in zona Urban che, prima degli interventi di riqualifica “dal basso”, aveva l’aspetto di una discarica a cielo aperto.

Il giardino-fantasma in area Urban occupato e “vivo” per un giorno


Non più tardi di sabato il giardino era stato occupato per la seconda volta dal collettivo Tilt in nome del «concetto di bene comune. Se un luogo è abbandonato, se ne prendano cura i cittadini».

Ragazze e ragazzi vi avevano portato delle panchine di legno e piantato ortaggi e fiori. Ieri, passando di là verso ora di pranzo, qualcuno ha tuttavia notato che erano in corso dei nuovi lavori, di natura diversa. Il passaparola si è presto diffuso e gli attivisti, accorsi sul posto, hanno così scoperto che le panchine erano sparite e le piante strappate.



Hanno quindi denunciato il fatto sui social: «Questa è la risposta a chi si organizza per salvare degli spazi dal degrado e dall’abbandono in cui pubblico e privati lasciano tanti, troppi posti nella nostra città».



Al telefono gli attivisti hanno poi fatto sapere di non essere stati contattati dai proprietari della zona. Si può ipotizzare che la ragione del gesto sia, ad esempio, l’imminente inizio dei lavori di riqualifica dell’area.


Ma è altrettanto legittimo chiedersi, in effetti, come mai nessuno abbia tentato di salvare quelle piante. «Gli operai incaricati di svolgere quel compito erano dispiaciuti», hanno concluso i ragazzi. «Adesso chi passa di là vede di nuovo il deserto». L’assessore con delega al Patrimonio,
Lorenzo Giorgi
, chiarisce che l’amministrazione comunale non c’entra con l’azione di ieri e si dice dispiaciuto per «piante e fiori che, in effetti, non davano alcun fastidio. Quell’area non è nostra – prosegue Giorgi – tranne che per una parte minima: proprio per questa ragione nel 2016 abbiamo dovuto rinunciare a ripulirla, dopo aver fatto un sopralluogo. Il Comune non può mettere bocca nelle scelte di un privato. La decisione del proprietario – aggiunge – forse è dovuta a ragioni di sicurezza come, ad esempio, che nessuno si faccia male. Mi auguro che l’area possa finalmente rinascere».


Secondo la ricerca effettuata dai giovani in Ufficio tavolare, nel 2001 il giardino è diventato proprietà di un’immobiliare e, in minima parte, del Comune. Nel 2016 il terreno è stato pignorato per un debito di oltre un milione di euro, mentre il proprietario dell’immobiliare risulta indagato per evasione fiscale. A marzo un nuovo imprenditore ha acquistato il credito dalla banca pignoratrice. —



 

Riproduzione riservata © Il Piccolo