Via Terza armata monitorata da telecamere e polizia locale

Davanti all’invasione dei Tir e il bivacco degli autisti si prova ad arginare il fenomeno L’azienda con sede nell’arteria: «A disposizione toilette e cassonetti, ma serve a poco»
Di Tiziana Carpinelli
Bonaventura Monfalcone-15.02.2017 Rifiuti lasciati dai camionisti-Via III Armata-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-15.02.2017 Rifiuti lasciati dai camionisti-Via III Armata-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Alla fine è peggio di come si immaginava. Via Terza Armata è diventata, in barba alle disposizioni per quell’area del Lisert, di proprietà del Consorzio industriale, un “parcheggio” di tir. In pratica quando il cronotachigrafo sentenzia che per il camionista in transito nell’Isontino è scoccata l’ora del riposo, per legge fissato in nove ore, le ruote si indirizzano leste verso la periferia urbana. Il conducente scende, va a far rifornimento di cibo e bevande nel vicino supermercato, e poi si ferma a bivaccare per tutta la notte con altri colleghi, quasi sempre dell’Est, nella parallela della Sr14. Lasciando all’indomani una coperta di rifiuti sparpagliati a terra, quando va bene. Quando va male (spesso) addirittura escrementi e bottiglie semipiene di urina. Di qui la decisione di installare delle telecamere di videosoeveglianza, da parte del Consorzio (Csim) e del Comune, per stroncare la piaga.

Probabilmente il passaparola ha fatto maturare nella categoria la convinzione che via Terza Armata sia una zona tir-friendly, una sorta di terra di nessuno in cui tutto è lecito. Ovviamente non è così, anche perché la via non è attrezzata a supportare l’invasione dei bestioni d’acciaio. Tanto per dirne una, non è dotata di cestini o toilette pubbliche. Né ha tale destinazione, dal momento che la sosta negli stalli predisposti dal Csim è consentita fino a un massimo di 4 ore, dunque non può essere utilizzata per trascorrervi la notte. Eppure ciò accade puntualmente quando in Slovenia è festa nazionale (come due mercoledì fa), quando per il troppo vento il transito dei camion è bloccato oltreconfine o, in generale, quando appunto il cronotachigrafo stabilisce che è ora della pausa.

Lo spaccato viene riferito da chi, di giorno, in quell’area ci lavora e rileva quanto accade. Come Bianca Lauzana, dipendente della casa di spedizioni Erreffe, insediata in via Terza Armata e inizialmente finita nel mirino di Csim per via delle operazioni doganali svolte appunto ai camionisti. «Anche l’azienda - sostiene la donna - patisce quei disagi ed è vero che molti autiisti ormai usano la via come un parcheggio, ma per quanto riguarda i conducenti in attesa delle nostre pratiche stazionano qui al massimo per un’ora, tranne al venerdì sera o la domenica all’alba, quando qualche camionista arriva in anticipo rispetto all’apertura dell’ufficio». «E poi - aggiunge - si tratta di una trentina di camion al massimo». La Erreffe infatti effettua bolle solo per chi è diretto in Bosnia o in Italia, mentre le targhe che si vedono comparire di notte in via Terza Armata risultano essere rumene, ungheresi e polacche. Né tratta, la Erreffe, merci relative al comparto automobilistico. Eppure si notato bisarche fermarsi su quella strada. A riprova che ormai l’interminabile arteria è diventata come una piazzola di sosta dell’autostrada.

Ovviamente l’azienda ha illustrato agli autisti la condotta da tenere, ma poi, ognuno, si regola secondo coscienza. «Gli escrementi per strada li vedo io pure - ammette Lauzana - e quando in pausa vado a prendermi un panino, mi danno il voltastomaco. Posso dire che, per quanto ci riguarda, l’azienda mantiene sempre le toilettes aperte al pubblico, in modo da fornire un servizio ai camionisti, e le condizioni in cui spesso vengono ritrovate lasciano alquanto a desiderare». «Non solo - aggiunge -: a nostro rischio poniamo su strada il cassonetto privato, affinché i conducenti, che vanno a far spesa alle vicine coop, possano gettar lì l’immondizia, ma vi abbiamo trovato dentro materassi e altra roba che ha a che fare più con la differenziata che coi tir». «Certo non giova - osserva Lauzana - l’assenza di cestini, utili anche ai numerosi runner o titolari di cani che vengono qui a passeggio. Chi si comporta male è un incivile e lo abbiamo appurato, però lasciar così sguarnita una zona sicuramente non contribuisce a migliorare il quadro». «Una volta i cestini c’erano - rammenta -, ma siccome poi i residenti vi buttavano i sacchetti del porta a porta sono stati rimossi». «Per conto mio andrebbero fatti più controlli - conclude -: quando vai a toccare il portafoglio, poi, la gente si riscopre civile».

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