Un caso di West Nile a San Canzian d’Isonzo: scatta la disinfestazione
Primo caso accertato in Bisiacaria. L’uomo ha fortunatamente superato la fase acuta. La ditta eseguirà il trattamento larvicida e adulticida mercoledì 17 settembre nel raggio di 200 metri dall’abitazione

Il personale sanitario della Struttura complessa Igiene e Sanità Pubblica attorno alle 9 ha svolto un sopralluogo nelle aree esterne all’abitazione nel rione Fratelli Cervi di San Canzian d’Isonzo. Nel raggio di 200 metri dalla casa dell’uomo non vi sono luoghi sensibili, ma l’area è abitata con la presenza di numerose altre abitazioni private nonché di condomini. Asugi ha quindi inoltrato proposta di ordinanza al sindaco in funzione della disinfestazione che già domani, mercoledì 17 settembre sarà messa in atto nel raggio di 200 metri dall’abitazione di via Fratelli Cervi.
La ditta incaricata partirà alla mattina con il trattamento larvicida, mentre dalle 21 sarà messo in atto quello adulticida.
Nell’ordinanza emessa ieri attorno alle 14.30 il sindaco impone ai residenti nell’area coinvolta di rispettare le indicazioni di Asugi, ma anche di eliminare qualsiasi ristagno d’acqua, vuotare piscine e fontane o trattarle con prodotti larvicidi, sfalciare l’erba. «Quest’estate, però, la presenza delle zanzare è diventata insostenibile nel territorio – attacca l’ex sindaco e consigliere comunale Silvia Caruso –, nonostante si sappia che il virus qui ormai è endemico, come dimostrano il primo caso del 2012, quello in un donatore di sangue del 2022 e la positività di un campione di zanzare dello scorso anno. Si doveva e di deve pensare a un piano d’azione condiviso da tutti i Comuni del territorio e con gli altri enti che possono essere interessati».
Va sottolineato, come fa Asugi, che la malattia non si trasmette da persona a persona e la maggior parte delle infezioni da WNV nell’uomo sono asintomatiche. In percentuale minore può comparire una sintomatologia simil-influenzale. Sintomi gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150) soprattutto negli anziani e fragili. Nel corso di quest’anno, stando ai dati raccolti dall’Istituto superiore di sanità, un caso neuroinvasivo si era già verificato nell’ex provincia di Udine, dove sonostati accertati anche due casi con febbre e due nei donatori, mentre un altro donatore è stato trovato positivo nell’ex provincia di Pordenone. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo








