Zagabria, il premier croato “silura” i suoi vice

Oreškovic non lascia, ma chiede dimissioni pesanti: Tomislav Karamarko (Hdz) e Božo Petrov (Most)
Il premier croato Tihomir Oreskovic
Il premier croato Tihomir Oreskovic

ZAGABRIA. Un’ordinaria storia balcanica, intrisa di giochi di potere che ora si è trasformata in una sorta di roulette russa. Stiamo parlando della crisi di governo in Croazia. Governo che ieri in tarda mattinata sembrava giunto al capolinea dopo pochi mesi di vita.

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Il premier Tihomir Oreškovic un uomo d’affari con interessi in Canada e prestato alla politica aveva convocato una conferenza stampa. Ebbene mentre tutti si aspettavano l’annuncio delle sue dimissioni, ecco invece che il premier gioca al rilancio. Non vede le carte.

Chiede, infatti, ai due vicepremier del suo governo, rispettivamente Tomislav Karamarko, leader dell’Hdz e principale (per volume di voti) partner della coalizione e al leader di Most (secondo partner del bicolore in carica), Božo Petrov di dimettersi.

Ricordiamo che la crisi all’interno della coalizione, innescata tra l’altro dalle pesanti critiche anche della comunità internazionale a carico del ministro della Cultura Želko Hasanbegovic, accusato di fanatismo ustascia, è diventata praticamente insanabile quando Most ha annunciato che voterà in Parlamento assieme all’opposizione socialdemocratica la sfiducia a Karamarko relativamente all’affare di pagamenti ricevuti dalla moglie del leader Hdz dall’azienda petrolifera ungherese Mol che detiene il pacchetto di maggioranza dell’Ina croata.

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Il leader dell’Hdz Tomislav Karamarko deve anche guardarsi alle spalle (jutarnji.hr)

Il premier Oreškovic, nei giorni scorsi, aveva cercato di ricomporre la frattura. Si è incontrato, infatti ai Banski dvori (sede del governo a Zagabria) con i due diretti interessati, ma dopo più di un’ora di serrato confronto non si è riusciti a concludere nulla. Petrov e Karamarko erano rimasti sulle proprie posizioni.

Poi il “giallo” di giovedì. La seduta del governo era convocata per le 14. Alle 13.30, però la stessa è stata annullata per, si legge nel comunicato, «improrogabili e urgenti impegni del primo ministro».

Sembrava l’epilogo di una fine lungamente preannunciata.  E invece ieri il colpo di scena. E l’impegno improrogabile del premier di giovedì? «Sono stato convocato di servizi segreti per questioni di cui non posso parlare», ha precisato ieri il premier. Tutti zitti e via a speculare su quale sarà adesso la mossa di Most e dell’Hdz.

Oreškovic ha spronato le parti a lavorare per la Croazia, a continuare sulla strada delle riforme che stanno già dando i primi risultati e ha precisato che le elezioni anticipate costituirebbero per la Croazia un costo troppo elevato: due miliardi di euro.

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