Addio a Giulia Maria Crespi dal Corriere alla guida del Fai

ROMA

Dalla battaglia per il rinnovamento del Corriere della Sera all'impegno per la valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale: educata secondo i principi della borghesia lombarda, in base ai quali «chi ha avuto molto, deve dare molto», come amava ripetere, Giulia Maria Crespi, morta ieri a Milano all'età di 97 anni, ha attraversato il Novecento da protagonista. E ha lasciato il segno, come ricorda il Fondo per l'Ambiente Italiano, di cui è stata fondatrice nel 1975 e fino all'ultimo anima ispiratrice.

Nata a Merate il 6 giugno 1923 in un'importante famiglia industriale lombarda, figlia unica, fu educata in casa da precettori privati, imparò le lingue e respirò l'amore per l'arte. Sposò in prime nozze Marco Paravicini, da cui ebbe due gemelli, Luca e Aldo (morto in un incidente stradale a 65 anni a maggio scorso). Rimasta vedova dopo soli quattro anni, si risposò con l'architetto Giulio Mozzoni. Nel 1962, con l'appoggio del padre Aldo, entrò nella gerenza del Corriere della Sera, impegnandosi di persona nella battaglia per l'ammodernamento del giornale. Erano gli anni della direzione di Piero Ottone, delle collaborazioni di Pier Paolo Pasolini e Goffredo Parise, ma anche di Antonio Cederna che la stessa Crespi chiamò per occuparsi di temi ambientali. Una svolta coraggiosa ma complessa, che nel 1974 la spinse a lasciare il Corriere. Si occupò così sempre di più della Fondazione Crespi Morbio per Famiglie Numerose e di Italia Nostra, alla quale era iscritta già dalla fine degli anni '50 e dove conobbe Renato Bazzoni.

Con lui, Alberto Predieri e Franco Russoli nel 1975 fondò il Fai, dotandolo personalmente dei primi 500 milioni di lire e donando all'associazione il primo bene, il Monastero romano-longobardo di Torba (Va), nel 1976. Con entusiasmo e intraprendenza fondò un gruppo di sostegno, I 200 del Fai, affidato all'amica Marella Agnelli, e poi acquistò il Castello di Masino (Torino), una delle più importanti regge piemontesi, che versava in uno stato di rovina. Nel frattempo nascevano le Giornate Fai di Primavera e altre manifestazioni, come i Luoghi del Cuore, che hanno reso popolare il Fondo per l'Ambiente Italiano, che oggi conta su oltre 210 mila iscritti, più di 500 aziende sostenitrici, 7.800 volontari. Da quarant’anni lottava per difendere l’agricoltura organica. I funerali si svolgeranno in forma privata. —

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