Al Rossetti di Trieste “Un dono dei re magi”: Vitiello dirige il concerto benefico per il Burlo

Giovedì al Rossetti l’artista con la moglie Daniela Barcellona, il pianista  Michele Campanella e l’Orchestra del Verdi in un concerto benefico per il Burlo: «Da Figaro ai valzer, note festose»
Sara Del Sal

TRIESTE Una serata di grande musica e beneficienza al Rossetti con “Un dono dei re magi” giovedì 5 gennaio alle 20.30 al Politeama Rossetti. Un galà con il mezzosoprano Daniela Barcellona, il pianista Michele Campanella e l’orchestra del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste che saranno diretti da Alessandro Vitiello.

Il ricavato dell’evento, nato da una sinergia tra lo Stabile regionale e la Fondazione lirica, insieme a Rotary International e Lions International, sarà devoluto all’Ospedale Burlo Garofalo per l’acquisto di un macchinario per le diagnosi precoci delle malattie rare dei bambini. Vitiello, triestino, ha elaborato un programma ricco, con qualche sorpresa.

Come lo ha pensato?

«L’idea era quella di creare un’atmosfera leggera, gioiosa. Iniziare con le Nozze di Figaro è come partire con i fuochi d’artificio quindi un richiamo all’ultimo dell’anno. Inserire il concerto di Mozart è una scelta condivisa con il maestro Campanella, e ne sono felice perché é pieno di fantasia. Poi passeremo a una serie di Valzer, quello di Giulietta o quello di Musetta e tanti altri prima di chiudere con il Valzer dei Fiori, un po’ come nei concerti viennesi».

Nella scelta delle arie ha pensato al pubblico?

«Alcuni brani sono desueti, ma li conosciamo tutti perché sono stati usati nelle pubblicità o in alcuni film, e sono convinto che questo stupirà il pubblico. Dobbiamo essere figli del nostro tempo. Quello che oggi è considerato elitario, colto, era molto popolare ai tempi dei nostri genitori. Oggi nei 30 secondi di uno spot si deve condensare tutto, ma finché suscita curiosità ben venga».

Come si prepara per dirigere un amico come Campanella e sua moglie Daniela Barcellona, oltre ad alcuni giovani cantanti?

«La responsabilità finale è nei confronti del pubblico a cui si vuole sempre offrire il massimo, ma allo stesso tempo l’idea di lavorare con loro mi sprona ulteriormente a dare il massimo».

E l’orchestra?

«Questo è un bel segnale che indica che si può iniziare a collaborare, per crescere per uno scambio culturale tra due enti molto importanti. Molti orchestrali erano miei compagni di conservatorio e per me è come tornare a casa. So che sarà una collaborazione basata su una enorme professionalità e mi fa piacere».

Come si è avvicinato all’opera?

«Sin da bambino la ascoltavo alla radio e alla televisione. Ricordo ancora di avere ascoltato per la prima volta Michele Campanella, che suonava gli Studi trascendentali di Liszt. Era un sabato o una domenica mattina e io ero un giovane studente di pianoforte. L’opera è sempre stata una grande passione. Mio padre cantava in un coro, mia nonna era appassionata di opera. Io considero l’opera la base della musica, è la cosa più naturale in assoluto, la prima espressione umana ed è la base di ogni strumento».

Qual è il segreto per fare funzionare una coppia che è sempre in giro per il mondo?

«Con Daniela condivido un mestiere magnifico e terribile che richiede il 100%. Studiamo spesso insieme, ci scambiamo pareri sulle cose a cui lavoriamo ci supportiamo a vicenda».

Con questa serata sarete vicini al Burlo.

«È una realtà ci è vicina da sempre. Ci siamo presi a cuore quello che fanno e pensiamo che se c’è qualcuno da aiutare, in primis, siano proprio i bambini».

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