“Archeologia di sera” su Dante al Museo “J. J. Winckelmann

Francesco Cardella

trieste

Le fonti archeologiche che hanno ispirato Dante sul tema dell'aldilà, un viaggio tra miti, archetipi infernali e respiro escatologico. Tutto questo all'interno dell'edizione 2021 di “Archeologia di Sera”, ciclo di cinque incontri in programma nell'arco del mese di agosto nelle serate del martedì (20.30-23) nel giardino del Civico Museo d'Antichità “J.J. Winckelmann” in Piazza della Cattedrale 1 a San Giusto, un progetto promosso dall'assessorato alla Cultura del Comune di Trieste. Dante Alighieri torna quindi alla ribalta all'interno di un cartellone dal titolo emblematico come “Cose dell'altro mondo”, tema curato da Marzia Vidulli Torlo e Susanna Moser, rassegna articolata con focus che si basano sull'archeologia ma che si espandono poi alle cifre della letteratura e delle evocazioni musicali. Dante rappresenta quindi il fulcro ma attorno alla sua figura gravitano testi e riferimenti che partono dai miti sumeri ed egizi, approdano nella cultura ellenica e sfociano poi nel Rinascimento e Medioevo.

Si parte martedì 3 agosto con “Le porte d'Aral”, ovvero il “Regno dei morti” raccontato con la musica elettronica di Francesco Gulic e la voce narrante di Federico Rossignoli. A seguire “Le origini del Mito e i primi visitatori”, conversazioni e immagini legate all'epopea di Gilgamesh e le raffigurazioni ultraterrene dell'antico Egitto. Martedì 10 è la volta di “Il ritorno degli Dei”, prima parte del viaggio nella musica rinascimentale, con in cattedra l'arpista e soprano Teodora Tommasi e Federico Rossignoli al liuto.

Gli incontri sono a ingresso libero ( 99 i posti a sedere) prevedono anche guide virtuali nel museo e sono allestiti secondo le norme in vigore in tema di anti Covid. L'intero programma si trova sul sito www.museoantichitawinckelmann.it.

“Archeologia di Sera” segna inoltre l'uscita della nuova guida del museo, testo di 160 pagine corredato da oltre 300 immagini, curato da Marzia Vidulli Torlo e prodotto nella doppia edizione, in italiano e in inglese. L'opera plasma ed illustra l'intensa attività di una sede museale che ha radici nella metà dell'Ottocento, intitolato dal 2018 a Winckelmann e votato alla missione indicata da Domenico Rossetti, quella di “costituire perenne incoraggiamento ai buoni studi e alle Arti Belle..”. —



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