Arthur Miller e le ombre sul sogno americano

Cent’anni fa nasceva il drammaturgo, autore di “Morte di un commesso viaggiatore” e “Uno sguardo dal ponte”
MORTO ARTHUR MILLER (FILES) Undated file picture of Arthur Miller with Marilyn Monroe. It has been announced that Arthur Miller, the prize-winning playwright, has died. Miller, whose most famous fictional creation, Willy Loman in Death of a Salesman, came to symbolise the American Dream gone awry, was 89. He died last night, said Julia Bolus in Connecticut. ANSA / FILES / UK AND IRELAND OUT / PAL
MORTO ARTHUR MILLER (FILES) Undated file picture of Arthur Miller with Marilyn Monroe. It has been announced that Arthur Miller, the prize-winning playwright, has died. Miller, whose most famous fictional creation, Willy Loman in Death of a Salesman, came to symbolise the American Dream gone awry, was 89. He died last night, said Julia Bolus in Connecticut. ANSA / FILES / UK AND IRELAND OUT / PAL

ROMA. Le vicende legate alla drammatica fallacità del sogno americano basato su soldi e successo, ma anche la discriminazione e la disgregazione sociale, sono temi degli anni '40 e '50, ma sempre vivi in tutta l'opera di Arthur Miller, di cui il 17 ottobre ricorreranno i 100 anni dalla nascita e il 10 febbraio scorso sono stati i dieci dalla morte, avvenuta nel 2005. «Soprattutto - scriveva Miller a proposito di 'Morte di un commesso viaggiatore’, ma vale per la maggior parte dei suoi drammi - c'è l'immagine di un bisogno più forte della fame, o del sesso o della sete, il bisogno di lasciare un'impronta in qualche luogo sulla terra. Una necessità d'immortalità, e, ammettendola, sapere che si è scritto scrupolosamente il proprio nome su un pezzo di ghiaccio, in una torrida giornata di luglio».

Popolare anche presso chi non si occupa di teatro e cultura come marito di Marilyn Monroe per cinque anni dal 1956 al 1961, Miller, di famiglia ebrea, era cresciuto negli anni di profonda crisi della Grande Depressione (su cui si soffermerà con «L'orologio americano» nel 1980) e rimase segnato dalle miserie umane e sociali di quel periodo, tanto da aderire all'ideologia marxista, che gli costò persecuzioni e ostracismo. La sua scrittura ha sempre puntato al nodo della condizione umana, sia nelle opere più socialmente impegnate, sia in quelle in cui sposta l'attenzione più sulla coppia, i sentimenti e la famiglia, in una spietata analisi drammatica che lo ha fatto definire l'Ibsen moderno, anche quando decide di scrivere qualcosa a impianto grottesco, come «La discesa da Mount Morgan» negli anni '90.

A proposito del suo rapporto con la Monroe, Miller ne ripercorse la vicenda nel 1964 in 'Dopo la caduta’, disanima drammatica del difficile matrimonio con l'attrice, e poi vi torna su 30 anni dopo con tenerezza nella sua autobiografia intitolata 'Svolte’, in cui dichiara che «Era l'essere più poetico che avessi mai incontrato. Diceva cose bellissime sulla vita», sottolineando la fragilità psicologica dell'attrice e i loro ripetuti tentativi di avere un bambino (con due gravidanze finite male) fino alla conclusione dell'unione fra litigi e incomprensioni. Per lei aveva scritto la sceneggiatura de 'Gli spostati’ diretto da John Huston nel 1961, che la Monroe interpretò, prima di essere trovata morta nella sua casa di Los Angeles il 5 agosto 1962, a 36 anni. Ma a resistere oggi, dopo 60 anni, a essere entrate nel repertorio internazionale sono ancora le sue prime opere, a cominciare da «Erano tutti miei figli» (1947) sino a «Uno sguardo dal ponte» (1957), in cui è più viva e ardente la passione per la storia e il rapporto tra individuo e società.

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